Mondo
Parla uno scienziato in prima linea. Il virus ammazza-Cina
Parla Paul Herrling, capo della ricerca in Pharma e responsabile del Centro Novartis per le malattie tropicali di Singapore.
di Paolo Manzo
“Vent?anni fa si credeva che la tbc fosse sconfitta. Un errore enorme perché la natura crea sempre nuove malattie. Oggi è il turno della Sars”. Chi parla è il professor Paul Herrling, un luminare a capo della ricerca scientifica in Novartis Pharma, nonché responsabile del Centro per le malattie tropicali che l?azienda elvetica ha recentemente inaugurato a Singapore. Insomma, uno che parla di Sars a ragion veduta, senza esagerare né sottostimare l?emergenza.
Vita: Professore, parliamo di Sars.
Paul Herrling: È abbastanza sicuro che sia una nuova forma del coronavirus che provoca il normale raffreddore. Un virus vissuto per un certo periodo negli animali e che poi si è mutato ed è ritornato nell?uomo, diventando più virulento. Ma forse c?è anche un secondo virus, che deve interagire con il coronavirus, perché gli effetti siano quelli che tutti conosciamo. Hanno creato l?intera sequenza di questo nuovo coronavirus: presto si vedrà da dove viene, anche se sembra arrivi dagli animali da cortile.
Vita: Come avviene il contagio?
Herrling: Si pensa a un contatto diretto: quando si tossisce, il virus si trasmetterebbe tramite le goccioline. Ma forse il contagio avviene anche in forma più indiretta: se un infetto tossisce su un tavolo, il virus sopravvive per qualche ora; se nel frattempo qualcuno tocca il tavolo e poi l?occhio, può essere contagiato.
Vita: In Cina come va?
Herrling: Ero a Pechino prima che chiudessero tutto: la gente ha cambiato stile di vita. A ragione perché, se davvero c?è una mortalità compresa tra il 5 e il 10%, questa rischia di diventare un?epidemia come quella del 1918 (la spagnola, ndr), e ci sarebbero milioni di morti.
Vita: Le misure per combattere la Sars sono state drastiche. Fino a quando potranno durare?
Herrling: Non a lungo. Altrimenti crollerà tutto il commercio. Gli alberghi sono vuoti, a Singapore non va più nessuno e questo può rovinare l?economia. Perciò è importantissimo trovare una soluzione il più rapidamente possibile. E noi scienziati, tutti, stiamo discutendo, valutiamo i dati, cerchiamo di dare un contributo.
Vita: Come?
Herrling: Usando le sostanze che già esistono e che devono esser testate. Il vantaggio di questo virus è che cresce molto bene in colture di cellule. E in coltura si possono trovare sostanze che uccidono il virus. La prima cosa che si farà, sarà analizzare tutti gli antivirali conosciuti, per vedere se uno di questi funziona sul coronavirus della Sars.
Vita: Ma se non esistessero antivirali esistenti anti Sars?
Herrling: Si partirà da zero?
Vita: E quanto tempo sarà necessario perché si trovi la cura adatta?
Herrling: Dai 5 ai 7 anni prima che si possa davvero trovare un nuovo farmaco. Ma anche se la Sars potrà esser combattuta con gli antivirali esistenti, la ricerca dovrà esser fatta in ogni caso.
Vita: Perché, scusi?
Herrling: Perché è prevedibile che molto presto ci saranno delle mutazioni resistenti agli antivirali conosciuti…
Vita: Qual è il ruolo della comunità scientifica nella fase attuale?
Herrling: Adesso, se vuole, siamo nella fase del brain storming. Siamo nel momento in cui si decide chi fa cosa, e chi potrebbe contribuire. Tutti assieme.
Vita: Il Novartis Institute for Tropical Disease è nato per combattere tubercolosi e dengue. Vi occuperete anche di Sars?
Herrling: Abbiamo acquistato parte di una ditta che lavora sui virus a Boston: probabilmente, organizzeremo con Singapore le colture del coronavirus e testeremo le sostanze esistenti. La gente di Singapore ci ha chiesto se possiamo aiutarli, cercheremo di farlo e prima dell?estate partiremo con un progetto.
Vita: L?Europa è a rischio?
Herrling: Non so, ma credo che il problema durerà a lungo. È già troppo diffuso e infetta anche Paesi freddi come il Canada, dove l?igiene ha standard altissimi. Se la Sars entrerà in Europa potrebbe avere conseguenze gravi.
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