Famiglia

Parla una poliziotta. “Amici no global, noi non siamo diavoli”

Angela Burlando oggi è consigliera Ds al comune di Genova. Il suo G8

di Ettore Colombo

Angela Burlando ha 64 anni ed è stata, per una vita, quello che si dice una ?donna poliziotto?. Per 10 e rotti anni, grazie alla qualifica di vicequestore di Genova, ha gestito e affrontato la piazza. No global? Certo, durante il G8. Ma non solo. Anche i camalli del Porto, i metalmeccanici dell?Italsider, i moti giovanili e i rigurgiti di terrorismo che hanno insanguinato il Paese e la città. In piazza A lungo segretaria generale del Siulp, per il reparto di polizia femminile, ma oggi vicina allo Uilsp («C?è stata una specie di scissione interna, nel più importante e unitario sindacato di polizia e ne sono nati altri tre: naturalmente uno è vicino alla Cgil, il Silp, uno alla Cisl, e uno alla Uil, il mio, appunto»), prima era il commissario di quartiere, di quelli che poi tutti si ricordano il nome, da cui tutti vanno. Durante le giornate del G8 («Che sono state 10, mica solo 3?», precisa), era in prima fila, con una curata, anche se poco femminile, tenuta da poliziotta con fascia tricolore. Enrico Deaglio la notò nel corso dei moti di Genova e la filmò per una puntata, da poco andata in onda, della sua trasmissione tv, L?elmo di Scipio. Così, la Burlando è diventata un volto. Ecco perché nel corso dell?incontro organizzato da Peacelink e Altraeconomia – la sua presenza s?è notata. Solo che lei, a un certo punto, ha preso e se n?è andata. Voleva intervenire, ma quando s?è accorta che la giornata era ?a senso unico? («poliziotti tutti cattivi, no global tutti buoni: teorema francamente difficile da sostenere, per chi in piazza c?era»), ha preferito lasciar perdere e, senza fare polemiche, è andata via. Oggi è consigliera comunale Ds, la Burlando, eletta alle recenti elezioni amministrative assieme alla squadra che ha appoggiato il candidato sindaco Giuseppe Pericu. Per quelle stranezze che accadono nel mondo della politica, lei ce l?ha fatta e Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, no. Eppure a Genova tutti sanno chi è, Giuliano Giuliani : un iscritto al Pci prima e al Pds-Ds poi, nonché un sindacalista della Cgil, di antica data e provata fede. La Burlando, nonostante il cognome (che ricorda quello dell?ex ministro Claudio Burlando, uomo forte dei Ds a Genova e uomo forte di D?Alema a Roma, ma che con lui non ha niente a che vedere) s?è piazzata quarta, nelle preferenze, dietro il sindaco Pericu, il vicesindaco Claudio Montaldo e la presidente della Provincia, Marta Vicenzi, un?altra eroina per il popolo no global: «Il partito, allo sbando com?è, non ha la forza per aiutare nessuno. Io, poi, mi sono presentata come indipendente e la campagna elettorale me la sono fatta da sola, andando in giro per i quartieri, tra la gente. Mi spiace che Giuliani non ce l?abbia fatta, ma credo che la sua sia stata più che altro battaglia di testimonianza». Io e Haidi «I genitori di Carlo li ho incontrati quando, sei mesi dopo, si tenne la prima commemorazione della sua morte. Ero ancora vicequestore, ma alla signora Haidi ho stretto la mano. Ci furono momenti di tensione anche lì, però, e li temo ancora. Ormai, a Genova, ogni volta che qualcuno scende in piazza, tutti hanno paura. Francamente, ma qui lo dico da genovese, li capisco». Prove generali Da genovese doc, è riservata, quasi diffidente, la Burlando. Oltre che rispettosa delle indagini: «Vedremo cosa dirà la magistratura. Certo è ho la netta sensazione che a Genova abbiano fatto le prove generali di qualcos?altro e che abbiano voluto mandare messaggi non solo all?opposizione, ma anche al governo: a mio parere, in quei giorni, non c?erano in campo solo forze dell?ordine, manifestanti e servizi segreti italiani. Ma anche finti no global, appunto, e servizi di Paesi stranieri. L?irruzione alla Diaz, ad esempio: io non c?ero, ma la trovo veramente un fatto strano, inspiegabile. Quanto ho da dire l?ho detto ai giudici. Comunque ,io non ci sono voluta andare. Una cosa voglio dirgliela, però, e ci tengo molto: ho visto tanti miei colleghi feriti, picchiati, sfiniti. Siamo uomini e donne anche noi, sa? Tanti anni, tanto lavoro e sacrifici per democratizzare e umanizzare la polizia, per far capire a chi sta dall?altra parte che si può fidare, andati in fumo in 3 giorni e 2 notti. Non ci siamo ancora ripresi. Sì, noi poliziotti dico. è vero, sono andata in pensione, ormai, ma cosa vuole è l?abitudine. Cercherò di svolgere un servizio utile, in consiglio comunale, ma in piazza ero molto più utile. Riuscivo a dialogare con gli ultrà di Genoa e Samp, si figuri con i no global».


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