Cultura

Parla il parroco di Bahawalpur (Pakistan)

Intervista di Fides a p. Patras, parroco della chiesa dove è avvenuto il massacro Bahawalpur

di Redazione

I funerali del massacro avvenuto nella Chiesa di san Domenico si sono celebrati ieri sera, dalle 7 alle 8. Alla cerimonia erano presenti il vescovo cattolico di Multan, mons. Andrew Francis e diverse autorità locali. Lo ha dichiarato a Fides il parroco della chiesa, p. Rocco Patras, frate domenicano di 40 anni, da 5 anni in carico nella parrocchia. Egli ha anche dichiarato a Fides che nell’attacco terroristico sono stati brutalmente colpite 22 persone. Di queste, 17 sono state uccise: 6 donne, 6 uomini (compreso il poliziotto che faceva la guardia alla chiesa) e 3 bambini. Durante la cerimonia funebre verrà letto il telegramma che Papa Giovanni Paolo II ha inviato al Nunzio in Pakistan, in cui egli esprime “assoluta condanna” del tragico atto di intolleranza” e afferma la sua vicinanza nella preghiera alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità cristiana pakistana.
La Chiesa di san Domenico è una chiesa cattolica, da 40 anni tenuta dai domenicani. Bahawalpur è una città del sud Punjiab, compresa nella diocesi di Multan.
P. Rocco ha raccontato a Fides quanto è successo: “Abbiamo sempre vissuto in pace con tutti. Vi sono molte comunità cristiane non cattoliche che usano la nostra chiesa da almeno 30 anni. Di solito la Church of Pakistan [un insieme di denominazioni protestanti] tiene il servizio alle 8. Alle 9 invece c’è la messa cattolica. Alle 8.45 circa, alla fine della preghiera, e il pastore Emmanuel stava per congedare la comunità. Cinque persone arrivano con 2 motociclette. Sparano ai poliziotti a guardia della porta. Uno di loro viene ucciso, l’altro viene ferito. Entrano in chiesa e cominciano a sparare. Sono stati brutalmente colpite 22 persone; 17 sono stati uccisi: 6 donne, 6 uomini (compreso il poliziotto) e 3 bambini. Sento gridare e piangere mentre mi stavo preparando alla messa. Vado alla porta della chiesa e vedo alcuni bambini che fuggono, mentre un cristiano che si prende cura del poliziotto ferito. Tutto è successo in pochi minuti e gli uccisori sono riusciti a fuggire. Tutti i fedeli e i cattolici che arrivavano per la messa si sono presi cura dei feriti e delle salme.
C’è legame fra i bombardamenti in Afghanistan e questa uccisione?
Assolutamente sì. In Pakistan vi sono molti gruppi fondamentalisti islamici, legati a reti terroristici del Kashmir e dell’Afghanistan. In tutti questi anni, quando qualche paese musulmano viene colpito da potenze occidentali, noi cristiani in Pakistan ne facciamo le spese: uccisioni, torture, sofferenze. È successo così nella guerra del Golfo, 10 anni fa. Anche quattro anni fa un villaggio cristiano è stato totalmente distrutto.
Avete avuto la solidarietà della comunità musulmana?
Le persone qui ci sono molto vicine. Anche l’amministrazione pakistana è molto addolorata dell’accaduto. Abbiamo avuto al visita anche del Ministro per le Minoranze Religiose, Dott. Ghalib Ranjha. I fondamentalisti sono un piccolo gruppo. La maggioranza della gente ci ha espresso condoglianze e solidarietà.
Pensa che la chiesa fosse protetta a sufficienza?
Vi erano solo 2 guardie. Non era molto, ma tutta la situazione in Pakistan è sottosopra per la tensione; l’attacco poi è avvenuto così all’improvviso.
Perché fondamentalisti pakistani, per protestare contro attacchi americani in Afghanistan uccidono altri pakistani? Perché loro dicono: i cristiani d’America, della Gran Bretagna, della Francia stanno bombardando nostri fratelli dell’Islam, allora noi uccidiamo i loro fratelli cristiani. È stato sempre così qui in Pakistan.. Temo che in futuro sarà sempre peggio. Il governo è pronto a proteggerci, ma ci sono così tante situazioni di tensione nel paese, manifestazioni contro il governo. Temo vi saranno ancora molte vittime fra i cristiani.

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