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Parla il fidanzato di Neda

«Solo in questi ultimi nove mesi 100 persone sono state uccise, duemila imprigionate, 500 ferite e 50 disperse, alcune delle quali sono state uccise e tumulate in tombe anonime»

di Redazione

Neda Agha-Soltan, la ragazza uccisa lo scorso 20 giugno in Iran durante le proteste antigovernative e diventata un’icona del movimento riformista, “è solo una delle decine di migliaia di vittime del regime in questi 31 anni”. E’ quanto ha dichiarato oggi Caspian Makan, dissidente iraniano e fidanzato di Neda, intervenuto davanti alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati a Roma. “Solo in questi ultimi nove mesi – ha affermato Makan – 100 persone sono state uccise, duemila imprigionate, 500 ferite e 50 disperse, alcune delle quali sono state uccise e tumulate in tombe anonime”. Arrestato l’estate scorsa per aver preso parte alle manifestazioni di piazza contro il governo e prigioniero per due mesi nel famigerato carcere di Evin, Makan ha raccontato la sua esperienza personale vissuta a Teheran durante quei giorni di fermento politico, ma anche di violenta repressione dei dimostranti da parte delle forze di sciurezza. “Sono stato testimone di violenze e omicidi dopo le elezioni”, ha dichiarato Makan. “Sono un regista e ho raccolto moltissimo materiale che documenta i delitti compiuti dal governo, come quello di Neda. Dopo la sua morte (di Neda, ndr) – ha proseguito – dieci persone hanno fatto irruzione nella mia abitazione, mi hanno portato a Evin, sequestrando tutti i filmati che avevo fatto”. Le pressioni del governo iraniano hanno costretto il dissidente iraniano a lasciare il suo Paese per andare a vivere con lo status di rifugiato in Canada.

Makan ha quindi sottolineato che gran parte degli iraniani, che oggi “hanno preso coscienza della situazione” politica nella Repubblica Islamica, “sono contro il regime e ne vorrebbero la caduta, non curandosi troppo delle accuse di brogli elettorali”, sollevati dai capi dell’opposizione subito dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali. Proprio ai dirigenti riformisti che guidano l’opposizione, Makan non ha risparmiato critiche. ”L’Onda Verde – ha spiegato – è divisa in due gruppi, alcuni si trovano in Iran altri all’estero. Tra quelli nella Repubblica Islamica – ha proseguito – ci sono dirigenti riformisti che in realtà sono figli di questo regime (il riferimento è a Mir-Hossein Mousavi, leader dell’opposizione ed ex primo ministro negli anni ’80, ndr) che vorrebbero fare ‘pulizia’, mantenendo un governo di stampo religioso e facendo solo piccoli cambiamenti che permetterebbero alla popolazione di ottenere solo una parte dei loro legittimi diritti”. Adesso in Iran, ha precisato Makan, “ci sono sempre meno sostenitori dei dirigenti riformisti, ma molti chiedono un nuovo sistema di governo non più basato sulla religione”. Makan ha quindi aggiunto che fanno parte dell’opposizione anche gruppi filomonarchici che vogliono il ritorno al potere del figlio dello Shah, forze di sinistra e movimenti laico-secolari, auspicando “che tutti i gruppi che sono contrari a questo regime si uniscano per rovesciarlo”. Il dissidente ha quindi criticato il governo iraniano per il mancato rispetto dei diritti umani, soprattutto di quelli delle donne che, ha dichiarato Makan, “subiscono le violenze più gravi”. Inoltre, il fidanzato di Neda ha puntato il dito contro il ricorso sistematico del governo alla censura dei mezzi d’informazione che “impedisce alla gente di sapere cosa realmente succede in Iran“. Makan, infine, ha dichiarato di essere favorevole a nuove sanzioni che la comunità internazionale vuole imporre all’Iran a causa del suo controverso programma nucleare. “Dotarsi di energia nucleare a scopi pacifici è diritto di ogni Paese del mondo – ha concluso – ma non lo è degli Stati come l’Iran dove c’è una dittatura che farà un uso negativo (dell’energia nucleare, ndr) e metterà a repentaglio la sicurezza anche di altri Paesi”.

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