Famiglia

Parla il consigliere di Prodi. Non è più come quando c’era lui

Stefano Zamagni boccia l’Ulivo del “dopo Romano”. "Idee e programmi vincenti sono stati dimenticati. peggio: ora li realizza la destra"

di Ettore Colombo

Stefano Zamagni è un economista (insegna Economia politica all?università di Bologna), materia che produce una sorta di distorsione sul mondo. Guardi le cose con occhio lucido, certo, ma disincantato. Dopodiché, il professor Zamagni è stato una delle principali teste d?uovo di un altro professore, Romano Prodi, quando questi scese in politica. Per lui scrisse la parte del programma politico dell?Ulivo riguardante le ?risorse umane?, anno 1995, anno del successo 1996. Oggi, Prodi è a Bruxelles mentre Zamagni continua a insegnare. Entrambi bolognesi, però, non hanno smesso di scambiarsi idee, pareri, forse programmi. Prodi, l?attuale Ulivo, ?o come si chiama adesso?, lo ha spellato. Zamagni non si tira indietro. Vita: Che spettacolo desolante, eh professore? Altro che campo d?Agramante… Stefano Zamagni: Per prima cosa voglio dire questo: quando una coalizione politica perde, naturalmente la sconfitta genera divisioni, polemiche, rese dei conti. Ecco perché la classe dirigente dell?Ulivo, o di come lo vogliono chiamare, avrebbe dovuto passare la mano. Tutta, senza inutili personalismi: Rutelli, Fassino e tutti gli altri. Perché non sono andati a casa? In fondo, si tratta di una regola aurea, di un principio basilare in ogni democrazia: chi perde cede il posto ad altri. Ma ripeto, non si tratta di attaccare le persone, tutt?altro e io tutto sono fuorché un malato di giacobinismo. Dopodiché mancano uomini che studino e producano nuove idee. L?uscita di scena di Prodi comportava la necessità di reinventare il progetto, ma questo non è accaduto e si è andati avanti vivendo di rendita, nel senso dei rentiers dell?economia classica: nessuna innovazione, pura e semplice riproposizione del modello senza le persone e le idee che l?avevano portato al successo. Insomma, gli ulivisti di seconda generazione si sono comportati come dei ?renditieri?, dei parassiti, non certo come degli imprenditori, che sono innovatori. Vita: Che fa, professore, rimpiange l?Ulivo prima maniera? Un po? ovvio, no? Zamagni: Il punto è un altro. Il progetto dell?Ulivo nacque nella testa di Prodi, è vero, ma il presidente del Consiglio mise al lavoro un trust di cervelli, i migliori in circolazione, che gli fornirono idee e programmi per tutto il quinquennio. Semplicemente, quelle idee e quei programmi non sono stati tradotti in pratica dalla sua coalizione, alcuni punti sono rimasti addirittura lettera morta, altri sono in via di realizzazione ora, e non sembri un paradosso, dal centrodestra. Penso alla legge quadro sul non profit (Maroni), al varo di un sistema scolastico duale (Moratti), all?integrazione tra sfera pubblica e sfera privata nella sanità (Sirchia): tutte riforme che noi avevamo studiato e proposto, ma che vengono realizzate solo adesso. Vita: Vorrebbe dirmi che il centrodestra sta realizzando le idee di Prodi? Zamagni: No, semplicemente le ricordo due fatti: il primo è che l?Ulivo, quello vero, di Prodi, è caduto a causa di un attacco interno e non esterno; il secondo, che all?Ulivo seguito alla sua caduta, che ha perso, è mancato un pensiero originale, non ideologico e orientante all?azione. Oggi vedo solo politici che litigano tra loro, privi di bussola, contenuti e idee. Costretti all?inazione o all?ideologismo. Le risorse e le speranze dell?Ulivo? Morte.


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