Famiglia

Parità: se il bimbo si ammala, al lavoro rinuncia la mamma

Il pupo ha l'influenza: chi deve stare a casa a curarlo? Nove volte su dieci è la mamma, anche se non gode di permessi retribuiti ed è costretta a prendere le ferie. Lo dice uno studio condotto negli USA. Alla faccia della parità di genere

di Gabriella Meroni

Basta un'influenza del figlio per misurare il livello di parità lavorativa tra uomini e donne. Una verità che vale anche negli emancipatissimi Stati Uniti, dove se il bebè sta male è la mamma a prendersene cura, sacrificando carriera o, più prosaicamente, lo stesso posto di lavoro.
La conferma arriva da uno studio della Kaiser Family Foundation secondo il quale le donne d’Oltreoceano sono circa dieci volte più inclini dei rispettivi compagni a prendere permessi e congedi per occuparsi dei pargoletti raffreddati. E di queste, complice la crisi, il 60% non riceve nemmeno un aiutino dall’azienda per cui lavora, contro il 45% di dieci anni fa. Specialmente quelle già sottopagate, con turni part-time e meno abbienti. 
In particolare, la ricerca mette in luce che quattro mamme lavoratrci su dieci (il 39%) sono costrette a prendersi un permesso lavorativo in occasione della malattia di un figlio, contro il 3% dei padri; la percentuale sale dal 39% al 53% nel caso di donne con basso reddito e professioni poco qualificate, delle quali solo il 36% gode di permessi retribuiti e il 43% deve ricorrere alle ferie per assistere il piccolo influenzato. Ma non finisce qui. Sono sempre le mamme a portare i marmocchi dal medico (81% contro il 16% dei papà) a controllare che prendano le medicine (76% contro 20%), a scegliere il pediatra migliore (74% contro il 20%).  
 
 
 
 


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