Formazione

Parità di genere, un nodo da sciogliere anche nel Terzo settore

È stato uno dei temi di riflessione e approfondimento proposto dall'evento di Cosenza promosso da Fqts (Formazione Quadri Terzo Settore). Gli altri due focus sono invece stati: la valutazione dell'impatto delle azioni delle organizzazioni e il miglioramento delle competenze personali

di Diletta Grella

«Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano». Uno dei partecipanti riassume così la tre giorni di Fqts (Formazione Quadri Terzo Settore), che si è svolta a Cosenza dal 20 al 22 settembre. Fqts è un importante progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo settore italiano, con particolare attenzione alle Regioni del Sud, promosso da Forum del Terzo Settore, CSVnet e realizzato con il sostegno di Fondazione Con il Sud.

All’appuntamento di Cosenza sono arrivate cento persone da sei regioni: Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. «Tre i temi principali che abbiamo voluto affrontare» chiarisce Mauro Giannelli, coordinatore di Fqts. «Il primo sono le questioni di genere all’interno dell’organizzazioni del Terzo settore. Il secondo è la necessità di verificare e di valutare le azioni che le organizzazioni svolgono sui territori e all’interno delle comunità. Il terzo è l’importanza del miglioramento delle competenze personali che poi diventano patrimonio dell’organizzazione».

Per quanto riguarda le questioni di genere, è intervenuta Gaia Peruzzi, professoressa associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi della Sapienza Università di Roma. In un’aula gremita di persone, tutte molto attente e partecipi, ha mostrato i dati del Global Gender Gap Report, che raccontano di un’Italia all’87° posto, su 146, a livello mondiale. E al 37° su 40 in Europa. È emerso che nel Terzo settore la situazione è critica innanzitutto per un motivo: non ci sono dati, cioè non esiste una mappatura omogenea e continua nel tempo, che permetta di avere un quadro chiaro della situazione. Per esempio, non sappiamo quante donne e quanti uomini occupano posizioni apicali nelle diverse organizzazioni. Queste stesse organizzazioni devono promuovere parità, uguaglianza e coesione, ma come fanno a farlo all’esterno, se non è chiaro che cosa avviene al loro interno? 

Con questa consapevolezza Fqts ha avviato da qualche anno un processo di formazione sul tema. A Cosenza, è stato promosso un confronto e si sono sensibilizzati i partecipanti sull’importanza di analizzare le realtà da cui provengono, di raccogliere dati, di porre l’attenzione sulla parità di genere, che poi non riguarda solo l’essere donne e uomini, ma anche altri aspetti, come per esempio l’orientamento sessuale. Si tratta certamente di un argomento delicato e per certi versi divisivo, perché ha a che fare con il “potere”. Ma è prioritario oggi, perché solo se le organizzazioni lo affrontano al loro interno, possono davvero agire il cambiamento nei territori in cui operano e quindi nella società. L’obiettivo è arrivare a redigere un bilancio di genere, uno strumento che tutte le organizzazioni dovrebbero avere.

Rosalba Lasorella, consigliere di amministrazione della Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo, è uscita molto gratificata da questo incontro. «Purtroppo il maschilismo è un problema culturale, che riguarda ogni aspetto della società e anche il Terzo settore. È da anni che io, nella mia organizzazione, mi do da fare perché le donne possano raggiungere posizioni di responsabilità e siano messe nelle condizioni di decidere. Probabilmente noi siamo un’eccezione nel panorama nazionale e di questo vado molto orgogliosa».

Secondo tema affrontato a Cosenza, quello della valutazione delle azioni che le organizzazioni svolgono sui territori e all’interno delle comunità. Come esperto è intervenuto Leonardo Becchetti, professore ordinario di economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata: «Ho cercato di guidare i partecipanti a capire che cos’è l’impatto sociale e ambientale, quindi in che modo l’attività degli enti del Terzo settore può essere generativa e può contribuire a migliorare il benessere del territorio, nel rispetto dell’ambiente, a partire sempre dai bisogni e dalle caratteristiche dei contesti in cui si opera. Poi abbiamo provato a formulare una progettualità, che prevede l’utilizzo di strumenti sempre più consolidati come le metriche ambientali, sociali e di governance (Esg), che danno una visione completa dalla sostenibilità di un’impresa, anche sociale. Abbiamo affrontato inoltre il tema della valutazione d’impatto, cioè di come è possibile misurare l’effetto delle proprie azioni sul territorio di riferimento».

Felicia D’Anna, referente dell’Area Formazione del Csv Basilicata, ha commentato: «Esco dall’incontro carica della responsabilità di riportare nella mia organizzazione quello che ho appreso. Le attività che svolgiamo ogni giorno possono davvero cambiare il nostro territorio ed è fondamentale misurare questo cambiamento. Con l’obiettivo di affinare sempre di più la nostra azione».

Terzo tema affrontato a Cosenza quello del miglioramento delle competenze personali, che arricchiscono l’organizzazione. In particolare, i partecipanti, divisi in gruppi, hanno potuto seguire corsi di public speaking per imparare a parlare in pubblico, mediazione dei conflitti ed animazione sociale, per costruire partecipazione sui territori. 

«Io ho partecipato al corso di Mediazione dei conflitti» ci ha detto Grazia Buca, Dirigente di Arci Servizio Civile Sicilia. «Qui a Cosenza ho seguito il secondo incontro in presenza, il primo è stato a giugno a Vico Equense (Na), poi ci sono stati degli incontri online. Il percorso ha rafforzato la mia idea che le differenze, anche di opinioni, sono sempre una risorsa». 

«Il conflitto fa parte della vita e quindi anche del lavoro, è normale che ci sia, ma è importante avere gli strumenti per affrontarlo, come quelli che ci sta dando Fqts in questo percorso» prosegue Roberto Capasso, responsabile di Assoutenti Campania.

Tutti hanno sottolineato che l’utilità dell’appuntamento di Cosenza è stata la possibilità di fare rete, di contaminarsi.  «Mi occupo di volontariato da quasi trent’anni, ma nessuno mi ha mai detto come si fa a farlo» dice Antimo Rivetti, delegato Csv Assovoce Caserta. «Fqts ci dà la possibilità di formarci, di apprendere tecniche, nozioni e di imparare reciprocamente gli uni dagli altri… Una ricchezza infinita».

«Torno a casa molto soddisfatto, perché la qualità dei formatori era veramente di alto livello» ha chiosato Luciano De Santis, vicepresidente del Csi Campania.

«Fondamentale per noi è stato avere questo incontro a Cosenza», ha aggiunto Nunzia Coppedè, presidente per la Calabria di Fish (Federazione italiana per il Superamento dell’Handicap). «La nostra è una regione splendida, molto ricca dal punto di vista delle attività del Terzo settore, ma anche con diverse fragilità, dovute alla carenza di infrastrutture, alla povertà, alla presenza della malavita. So che molti hanno dovuto affrontare un lungo viaggio per arrivare fin qui, ma la presenza di Fqts è stata un regalo e una sferzata di vitalità per le persone calabresi che operano nel sociale».

Il prossimo appuntamento di Fqts sarà a Palermo dal 6 all’8 dicembre.

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