Otto Marzo

Parità di genere ancora da conquistare nel lavoro femminile

Presentati in occasione di “Together 8 marzo” i dati realizzati dall’Area Studi Legacoop-Ipsos per il report Fragilitalia. Per 5 italiani su 10 il livello raggiunto è ancora insufficiente; più netti i giudizi negativi delle donne. Nei settori non agricoli delle cooperative associate a Legacoop le donne occupate sono il 59,4%, rispetto al 42,4% del totale delle imprese italiane

di Antonietta Nembri

Una vigilia dell’8 marzo a parlare di condizione femminile, di parità, conciliazione e di emancipazione grazie a un incontro che, promosso dalla Commissione Pari opportunità di Legacoop con Culturmedia, ha cercato di approfondire in un dialogo a più voci le sfide in campo per una reale parità di genere. Questo è stato il lungo pomeriggio di “8 Marzo Together – Insieme per promuovere la parità di genere”.

Caratteristica dei vari panel che si sono susseguiti è stata la larga presenza di donne relatrici, anche se non sono mancate delle voci maschili, come quella di Mattia Granata, presidente Area Studi Legacoop che ha illustrato i dati del report FragilItalia e del presidente di Legacoop Simone Gamberini. 

Il report FragilItalia

Per Granata i dati sono «in chiaroscuro», dal momento che se per metà degli italiani il livello di pari opportunità è sufficiente, per l’altra metà non lo è. Del resto secondo i risultati l’Italia è ancora lontana dal raggiungimento della parità di genere

Cinque italiani su 10 ritengono che l’attuale livello di parità di genere sia insufficiente, mentre per quasi 3 (il 28%) è sufficiente e solo per poco più di 2 (il 23%) è buono. Ma se dalla valutazione complessiva si passa a quella espressa dalla componente femminile della popolazione le cose cambiano, in peggio. L’attuale livello di parità di genere è infatti ritenuto insufficiente da più di 6 donne su 10 (il 63%), mentre per il 24% è sufficiente e solo per il 13% buono.

Tra i dati sottolineati la situazione leggermente migliore nel campo dell’istruzione, dove il 51% delle donne giudica buono il livello di parità nell’accesso all’istruzione universitaria, mentre permangono giudizi più fortemente negativi riguardano la parità di retribuzione rispetto agli uomini e la stabilità lavorativa.

Conciliazione vita-lavoro ancora lontana

Relativamente alla conciliazione vita-lavoro, la possibilità di realizzarla è considerata insufficiente dal 68% delle donne (rispetto al 43% registrato tra gli uomini). In particolare, il 69% delle donne lamenta l’insufficienza dei servizi pubblici volti ad aiutarle nella conciliazione e il 62% delle forme di tutela economica e legale per la maternità.

Su questo aspetto si è soffermata anche Maria De Paola, dirigente Area Politiche a Sostegno della Famiglia promozione dell’attività  di ricerca, della direzione generale dell’Inps che non solo ha osservato come negli ultimi dieci anni i cambiamenti nel gender gap a livello salariale siano stati molto lenti, ma ha anche fatto notare come permangano le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e lavoro permangano anche in considerazione del fatto che il congedo paternità «anche se obbligatorio viene utilizzato solo dal 64% degli uomini».

«Un aspetto che emerge nel report è la forte differenza tra mondo femminile e maschile», ha osservato Granata che ha aggiunto «è un aspetto che andrà approfondito e che fa emergere forse un’insensibilità maschile». 

Di barriera ha invece parlato Annalisa Cicerchia, economista della cultura di Istat che ha portato l’esempio delle bambine che nell’uso del tempo rispetto ai bambini hanno un’ora in meno «tolta a partire dai sei anni per aiutare in casa. Il tema è la cura che è sempre più sulle spalle delle donne».

Occupazione femminile e cooperative

Un altro aspetto del report ha riguardato invece l’occupazione delle donne nelle cooperative e qui si è sottolineato da un lato come la percentuale delle occupate nei settori non agricoli delle cooperative associate a Legacoop sia del 59,4%, rispetto al 43,4% nelle cooperative non associate e al 42,4% del totale delle imprese italiane. Particolarmente rilevante, nelle cooperative associate, la quota di occupazione femminile nel settore del commercio, dove si registra un valore del 62,9% (rispetto al 48,9% del totale delle imprese, e al 39,2% delle cooperative non associate).


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Infine, negli altri settori, che comprendono le cooperative che forniscono servizi sociali, la percentuale di donne è altissima: addirittura poco meno del 70% per le cooperative associate (oltre il 74% nelle sole cooperative sociali) e per il totale delle imprese del settore, mentre anche nelle non associate la presenza di donne è in forte crescita sino a superare il 60% (e il 71% nelle sole cooperative sociali).

Nei CdA più donne nella cooperazione sociale

Relativamente alla presenza nei consigli di amministrazione, nelle cooperative associate a Legacoop le donne sono il 29% e il 25% quelle con ruolo di presidenti. I settori che registrano una presenza più elevata sono la cooperazione sociale, con il 53% di donne nei CdA e il 45% con ruolo di presidente, e le cooperative di cultura, turismo e comunicazione, con il 38% di donne nei CdA e il 31% in posizione di presidente. 

Granata ha concluso il suo intervento sottolineando come «laddove vi sono dei processi di autoregolamentazione, cioè delle quote le cose funzionano meglio, ma resta molto da fare».

Gender gap da colmare

«Per costruire le politiche necessarie a valorizzare le donne, riconoscendone competenze, professionalità, ruoli e bilanciando le esigenze di vita e lavoro abbiamo bisogno di lavorare insieme in modo trasversale, con un approccio plurale, multisettoriale, più ampio. Connettere ed ascoltare mondi e settori diversi è la sfida che dobbiamo cogliere per creare azioni comuni capaci di colmare il gender gap» ha commentato Annalisa Casino, presidente della Commissione Pari Opportunità di Legacoop che ha coordinato il panel finale dell’incontro. 

A chiudere il lungo pomeriggio il presidente Simone Gamberini che ha sottolineato come l’otto marzo deve essere occasione per riflettere sullo stato di avanzamento del nostro Paese dal punto di vista della parità di genere. «Dobbiamo notare che nonostante gli sforzi recenti e i provvedimenti ormai diffusi per favorire l’inclusione delle donne a tutti i livelli, fino ai più alti, dei gangli vitali del nostro Paese, serve ancora molto impegno in questa direzione».

«E lo dico a partire dal mondo che rappresento; per quanto, infatti, alcuni settori del sistema cooperativo siano ad alta intensità di lavoro femminile, per quanto in molti di questi la presenza di donne negli organi di amministrazione sia ormai in linea con i profili dell’autoregolamentazione interna, per quanto i divari retributivi siano minori che nelle cooperative non organizzate, noi dobbiamo essere chiari: il buon lavoro e la buona cooperazione sono un nostro obiettivo primario. E noi intendiamo rafforzare l’impegno per raggiungerlo», ha concluso.

In apertura foto di © Marco Tulli/Sintesi

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