Cultura

Parigi sul vulcano

Hervé Brami descrive l’emergenza sociale della Seine-Saint-Denis, periferia della capitale in cui proliferano le aziende ma la disoccupazione è al 14%

di Joshua Massarenti

Al Forum mondiale delle periferie, convocato a Nanterre dal 2 al 4 marzo, c?era anche lui. «Perché in Francia le periferie sono un?emergenza sociale su cui il governo De Villepin non può più chiudere gli occhi». Presidente del Consiglio generale della Seine – Saint-Denis, Hervé Brami è a capo del dipartimento protagonista nel novembre dell?anno scorso di violenze urbane che hanno fatto il giro del pianeta. «Ricordo che si parlava di guerra civile. In realtà si trattava di rivolte sociali. La distruzione di auto, negozi, strutture scolastiche hanno rivelato in modo sin troppo evidente l?estrema sofferenza sociale e l?ampiezza delle discriminazioni che patiscono molte fasce sociali del nostro dipartimento». Vita: A che genere di sofferenze sociali si riferisce? Hervé Brami: La disoccupazione è la pietra angolare del nostro disagio sociale. Si attesta sul 14%, cioè quattro punti percentuali al di sopra della media regionale: la Seine – Saint-Denis è il dipartimento con il più alto tasso di disoccupazione della regione Ile de France, un?emergenza scandalosa se si pensa che nei nostri comuni si sono impiantate un numero impressionante di multinazionali. Se lei fa un giro a Saint-Denis, si accorge che il vuoto che separa il mondo delle imprese e quello giovanile delle cités sta aumentando a dismisura. Intanto, le prestazioni sociali sono continuamente minacciate dalle politiche governative. E questo riguarda anche la scuola, tanto che proprio qui si sono riuniti a discutere i sindacati di tutte le categorie professionali del mondo educativo, dalle elementari al liceo. Un?altra urgenza riguarda la casa. Oggi non siamo in grado di offrire un alloggio sociale alle donne extracomunitarie afflitte da violenze coniugali. è una situazione insostenibile che va definita nella sua giusta misura. Io la chiamo frattura sociale. Vita: Che risposta ha dato il governo De Villepin all?indomani delle rivolte? Brami: Ad oggi la sua unica risposta è stato il contratto di primo impiego, il Cpe, rivolto ai giovani di età inferiore ai 26 anni e che consente alle imprese di licenziare senza giusta causa i neoassunti nei primi due anni. A conti fatti, il Cpe non fa altro che istituzionalizzare la precarizzazione dei giovani nel mondo del lavoro. Vita: Quali alternative propone per la Seine – Saint-Denis? Brami: Le imprese che decidono di radicarsi nel nostro dipartimento devono assumere un giovane del posto, indipendentemente delle sue origini culturali. Non è possibile che un ragazzo nato in Francia di origine algerina o congolese, con diplomi universitari o professionali, sia discriminato nel mondo del lavoro. Purtroppo da un fenomeno di discriminazione razziale siamo passati a forme di discriminazione territoriale. Chi risiede in Seine-Saint-Denis troverà difficilmente un impiego fuori dal dipartimento. Vita: Perché? Brami: Per il semplice fatto che il nostro territorio è dipinto come un luogo di violenza e di degrado sociale. A Parigi, le aziende non si fidano di un lavoratore della Seine – Saint-Denis. Il fenomeno è talmente diffuso che gli stessi imprenditori presenti nel dipartimento si lamentano delle discriminazioni di cui sono oggetto da parte dei loro colleghi. Vita: Di chi è la colpa? Brami: In parte dei mass media. Vita: In che modo intendete ribaltare questa pessima immagine? Brami: Oggi sono i giovani disoccupati, ma non solo, a portare il peso di un immaginario collettivo esterno negativo. Ho incontrato ragazze e ragazzi convinti che, per colpa di questo stigma, il loro avvenire sia senza via d?uscita. Da qui l?idea di coinvolgere i rappresentanti della vita sociale, culturale e sportiva del dipartimento per rivolgere un appello sui mass media con lo scopo di valorizzare il nostro territorio senza nascondere i problemi. Vita: Ma cosa blocca lo sviluppo del suo dipartimento? Brami: La decentralizzazione. Prendiamo l?esempio del reddito minimo di inserimento, il famoso Rmi. Nel 2005, il governo ha deciso di trasferire ai dipartimenti l?incarico di gestire questo tipo di allocazione. A ruota libera, le autorità locali devono ormai assicurare l?allocazione riservata agli anziani oppure le indennità destinate agli handicappati. Vita: Quali le conseguenze sul vostro budget? Brami: Per il 2006 si prevede un buco finanziario pari a 140 milioni di euro. Se pensa che il nostro budget annuale ammonta a circa 1,3 miliardi di euro, il danno è enorme. Purtroppo le soluzioni sono due: compiere tagli sulle prestazioni sociali oppure aumentare in maniera vistosa le imposte locali. A ciò si aggiunge l?incapacità del governo De Villepin a prendere realmente coscienza di quanto è accaduto in novembre. Da qui l?appello che ho rivolto assieme ai sindaci del dipartimento al presidente della Repubblica, Jacques Chirac. Vita: Cosa avete chiesto? Brami: Abbiamo sottolineato la necessità di non tagliare le risorse finanziarie delle amministrazioni locali. Vita: Che risposta ha ottenuto? Brami: Contrariamente al suo primo ministro, Chirac mi ha risposto, tra l?altro con una rapidità sorprendente. Certo, il presidente della Repubblica non mi ha annunciato i finanziamenti pubblici sperati. Ciò nonostante, la sua lettera contiene passaggi molto interessanti. In primis ha riconosciuto la singolarità della Seine-Saint-Denis, in particolar modo la sua vita sociale. Poi si è dilungato sugli aiuti concessi dal suo governo al nostro dipartimento in tema di aiuti sociali. Il presidente sostiene, ad esempio, che il governo mi ha sbloccato 400 milioni di euro supplementari per i disoccupati dell?Rmi. Il che è vero, ma Chirac si dimentica che in cambio di questo aiuto mi è stato chiesto di tagliare la lista dei beneficiari. Ora, io non mi assumo la responsabilità di ridurre alla miseria persone già in difficoltà. Anzi, Chirac e il suo governo dovrebbero stimolare le imprese ad assumere queste persone. Purtroppo, sono anch?io cosciente che persiste un divario inquietante tra il livello di formazione di molti disoccupati e le figure professionali richieste dalle aziende presenti in Seine – Saint-Denis. Vita: In fin dei conti, quali sono stati i frutti di questo rapporto epistolare? Brami: In concreto, Chirac mi ha organizzato due incontri: uno con il ministro della Coesione sociale Jean-Louis Borloo, l?altro con il ministro delle Collettività territoriali, Brice Hortefeux. Due appuntamenti cruciali in vista dell?approvazione del nostro budget 2006, previsto per il prossimo 28 marzo.


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