Sostenibilità

Parigi, obbligo che fa tutti scontenti

Dal 2001 la legge dice che tutte le aziende quotate in Borsa devono presentare bilanci sociale e ambientale (a cura di Satia Marchese - Avanzi)

di Redazione

L?articolo 116 della Loi sur les nouvelles régolations économiques (Nre) stabilisce che il bilancio annuale delle imprese quotate deve includere informazioni (specificate per decreto), sul modo in cui la società tiene conto delle conseguenze sociali e ambientali della sua attività. Questa norma rappresenta per la Francia la tappa più recente di un percorso cominciato nel 1975 con il Rapport Sudreau sur la réforme de l?entreprise, che affermò la necessità di adottare una misurazione quantitativa e precisa delle ricadute sociali dell?attività imprenditoriale. Due anni più tardi viene approvata una legge sul bilancio sociale, applicabile a tutte le imprese con più di 300 dipendenti, che disciplina le informazioni obbligatorie da fornire su impiego, salario, sicurezza, formazione e relazioni industriali. La legge, pur apprezzata, secondo molti non ha sortito l?effetto sperato di migliorare il dialogo fra le parti sociali. A questa, è seguito un ampio dibattito sull?opportunità di ampliare il raggio d?azione della legge ad altri significativi portatori di interesse oltre ai lavoratori: consumatori, le comunità locali, clienti, fornitori. Nello stesso periodo, poi, nasce la prima agenzia di rating sociale e ambientale francese. Nel 2001 viene varata la legge attuale, applicabile ai bilanci del 2002 di tutte le imprese quotate in Francia, circa 950 società, tenute a rendicontare sia su aspetti sociali che ambientali. La normativa francese ripropone nel dibattito internazionale alcuni interrogativi di fondo: rendere obbligatoria l?attività di rendicontazione sociale e ambientale, se da un lato garantisce maggiore trasparenza, può ridurne l?efficacia come strumento di dialogo dell?impresa con i propri stakeholder. Inoltre, rimane aperto l?interrogativo sull?opportunità di una normativa identica per imprese di settori produttivi molto diversi tra loro. Le aziende francesi hanno criticato fortemente questa legge. Ritengono infatti che gli indicatori siano troppo numerosi, obbligando tutte le imprese a rendicontare anche su aspetti ritenuti non prioritari in un certo contesto. Per fare un primo bilancio sull?applicazione di questa legge, il governo francese ha incaricato l?Observatoire sur la responsabilité sociale des entreprises (Orse) e due associazioni di imprese, Epe e Orée, di effettuare un?indagine con lo scopo di raccogliere le opinioni delle parti interessate: sindacati, associazioni imprenditoriali, investitori ed enti non profit.


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