Mondo

Parigi, exploit dei produttori di armi

Un giorno dopo l’attentato di Parigi, il valore delle azioni delle aziende che producono armi è lievitato fino a tre punti percentuale. Dal 2001 ad oggi, la spesa militare mondiale è aumentata del 50%

di Anna Spena

Mentre Hollande giura vendetta e guerra all’Isis aziende come la Raytheon Company, Northnop Grumman Corporation, Lockheel Martin Corporation, General Dynamics, Booz Allen Hamilton Holding vedono lievitare il valore delle loro azioni.

Queste sono tra le più importati aziende di produzione attive nel campo aereospaziale e nella difesa: in parole povere producono armi.

Appena un giorno dopo gli attentati di venerdì sera a Parigi, hanno visto crescere il valore delle loro azioni di quasi tre punti percentuali. Non fa eccezione Thales, azienda di produzione francese, anche lei arriva quasi al 3%.

«Anche Finmeccanica, azienda italiana», spiega Francesco Vignarca, coordinatore nazionale rete italiana per il disarmo, «oggi ha avuto una crescita del 3%».

La tendenza, però, pare essere la stessa dopo l’11 settembre 2001.

«Il sistema finanziario funziona così: l’importate è fare profitto. E il profitto non guarda ai diritti delle persone; il conflitto, la percezione del conflitto, in molti casi viene interpretata come un business».

La reazione dei mercati, pare quindi essere “classica”, nessuna novità sorprendente. «Dall’undici settembre ad oggi», spiega Vignarca, «la spesa militare mondiale è aumentata del 50%. Le aziende producono armi che nella maggior parte dei casi non le usano “in casa propria”, ma le rivendono a quegli stessi paesi con cui entrano in conflitto».

Foto Getty Images News/ Gokhan Sahin

Fonte: The Intercept_ sito di GlennGreenwold

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