Paralimpiadi
Parigi 2024: mai così tanti atleti nella squadra paralimpica italiana
Il vice campione europeo di canottaggio Giacomo Perini arriva alla sua prima Paralimpiade. È uno dei 141 atleti italiani a partecipare a Parigi 2024. «Il movimento paralimpico italiano sta crescendo molto», dice. «Piano piano si arriverà anche all’equiparazione dei premi in denaro per gli atleti olimpici e paralimpici medagliati»
Sono 4.400 gli atleti di 185 Comitati paralimpici nazionali che parteciperanno alla XVII edizione dei Giochi Paralimpici, che si svolgeranno dal 28 agosto all’8 settembre a Parigi. Gli atleti del nostro Paese saranno 141, disputeranno le gare in 17 discipline diverse, con un incremento di due rispetto a Tokyo (tennis in carrozzina e badminton). Il 30 agosto e il 1 settembre Giacomo Perini, 28 anni, gareggerà nei duemila metri di canottaggio categoria PR1 singolo. «Il primo giorno ci sono le batterie, il secondo la finale. Mi sto allenando a Piediluco, in provincia di Terni, abbiamo il centro federale in Umbria. Il 25 agosto partirò per Parigi».
Perini, tra pochi giorni parteciperà alla sua prima Paralimpiade. Come sta vivendo questa vigilia?
Sto vivendo questa vigilia con molto entusiasmo, cercando di mantenere alta la concentrazione. Ho iniziato dopo le Paralimpiadi di Tokyo del 2021 a fare canottaggio a livello agonistico. Manca sempre meno al 28 agosto, sto usando l’approccio di pensarci poco e di pensare a rifinire tutti i piccoli dettagli che potranno fare la differenza quel giorno. Partecipare alle Paralimpiadi, con tanti atleti della propria nazionale e di tante nazioni diverse e di sport differenti, è stimolante: si conoscono realtà diverse e ci si impegna tutti per un obiettivo comune. Sto seguendo le Olimpiadi, in particolare i ragazzi olimpici del canottaggio e anche l’atletica, il nuoto e altre discipline.
Come si è avvicinato al canottaggio?
L’amputazione della mia gamba destra c’è stata in seguito ad un osteosarcoma al femore. Avevo 18 anni. Dopo l’amputazione avevo bisogno di ricominciare a fare sport a livello agonistico, di ritrovare quegli stimoli che avevo vissuto con l’equitazione per 10 anni. Grazie a mio padre e a un amico di famiglia ho provato il canottaggio e da quel momento non sono più sceso dalla barca. Per me lo sport è stato vita, è la mia vita.
I premi in denaro per gli atleti paralimpici che vincono le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo sono minori rispetto agli atleti olimpici medagliati.
Sì, sono più bassi. Il Comitato italiano paralimpico, Cip per le prime tre medaglie dà un riconoscimento in denaro. Il riconoscimento economico per le medaglie è più basso rispetto agli atleti olimpici perché la grandezza (anche dal punto di vista economico) che ha il Comitato olimpico nazionale italiano, Coni, noi del Cpi non ce l’abbiamo. Ci sta, per adesso, che noi atleti paralimpici non abbiamo gli stessi premi in denaro degli atleti olimpici (mentre per gli atleti paralimpici italiani sono previsti premi in denaro di 100mila euro per l’oro, 55mila euro per l’argento e 35mila euro per il bronzo, gli atleti olimpici italiani ricevono 180mila euro per l’oro, 90mila per l’argento e 60mila per il bronzo, ndr).
A Parigi ci sarà la squadra paralimpica più grande che abbiamo mai avuto con 141 atleti
Sarebbe importante l’equiparazione dei premi in denaro degli atleti olimpici e paralimpici?
Sì, assolutamente. Bisognerebbe partire da un aspetto ancora più importante, poi quello economico diventerebbe una conseguenza. Gli atleti che fanno sport, al di fuori del calcio, del basket, del golf, del tennis non vengono considerati dei professionisti ma degli amatori. Il riconoscimento economico farebbe una grossa differenza, significherebbe più mediaticità, più sponsor, quindi un giro di soldi maggiore.
Cosa può dirci del movimento paralimpico? Sta facendo passi avanti?
Assolutamente sì, sono stati fatti dei grandi passi avanti: il movimento sta crescendo numericamente. A Parigi ci sarà la squadra paralimpica più grande che abbiamo mai avuto con 141 atleti. Si sta avendo più visibilità durante le competizioni, con la messa in onda sulla tv nazionale. Raidue e Rai Sport proietteranno tutte le competizioni. L’ingresso degli atleti paralimpici ai gruppi sportivi è stato un successo, un traguardo molto importante. Stiamo eguagliando un po’ tutto quello che fanno gli olimpici, partendo dall’ingresso degli atleti nei gruppi sportivi e piano piano si arriverà anche all’equiparazione dei premi in denaro.
Mentre per gli atleti paralimpici italiani sono previsti premi in denaro di 100mila euro per l’oro, 55mila euro per l’argento e 35mila euro per il bronzo, gli atleti olimpici italiani ricevono 180mila euro per l’oro, 90mila per l’argento e 60mila per il bronzo
Quanto è importante la visibilità sui canali Rai delle Paralimpiadi, di cui parlava poco fa?
È fondamentale che ci sia un seguito mediatico in televisione e sui social perché si fa conoscere a più persone possibili un movimento, che ha bisogno della sua visibilità soprattutto per farlo conoscere a ragazze e ragazzi con disabilità. L’obiettivo è dare la possibilità di conoscere lo sport paralimpico che potrebbe permettere ai giovani di trasformare una disabilità, che per parte della società può essere vista come un limite, in un’opportunità. Non è scontato ancora oggi che i ragazzi con disabilità conoscano l’opportunità di fare sport paralimpico. Farlo vedere vuol dire anche dare una speranza e un esempio allo stesso tempo.
Foto di apertura e nell’articolo di Cozzetto media company, foto di Giacomo Perini in gara della Federazione italiana canottaggio, Fic/Mimmo Perna
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.