Famiglia
Pari opportunità, quale ruolo per le donne nei media?
Un convegno organizzato dalla Commissione nazionale per le pari opportunit
Le cifre non sono incoraggianti. Su 88 direttori di quotidiani italiani, 86 sono maschi, mentre su 77 vicedirettori solo 2 sono le donne. Nel mondo delle agenzie stampa non ci sono né direttrici né vicedirettrici. Anche alla Rai la situazione non è “rosea”: solo 3 direttori su 31 sono donne e 173 capiredattori su 208 sono maschi.
Sono cifre emerse al convegno in corso oggi sul tema “Donne e media”, organizzato dalla Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna della Presidenza del Consiglio dei ministri e dall’Ordine dei giornalisti, presso la sede del Consiglio nazionale.
Se è vero che le posizioni di comando non sono certamente privilegio femminile, altrettanto non si può dire del settore informazione in genere. “Dando i numeri delle giornaliste” ha sottolineato nel suo intervento di apertura Marina Piazza, presidente della Commissione per la parità “si rende evidente come ci sia una progressiva femminilizzazione del settore informazione, rilevante per quanto riguarda le iscrizioni all’albo (nel 1997, oltre il 45%), più modesta in termini di presenza nelle redazioni (23%).
La presenza femminile” ha proseguito Piazza “è molto qualificata, ma continua a distribuirsi in modo eccentrico rispetto a quella maschile. La nostra ipotesi è che quest’ultimo dato abbia direttamente a che fare con la qualità dell’informazione, non consentendo alcune importanti e necessarie modificazioni, intanto in ordine ad una rappresentazione del femminile stereotipata e stantia”.
“Parlare di qualità dell’informazione” ha detto ancora Marina Piazza “vuol dire tornare a parlare della sua funzione costitutiva che è quella di offrire un servizio. L’importanza sempre più preponderante dei media e la criticità sempre più forte delle relazioni tra i generi, chiede di mettere in campo azioni e iniziative in grado di modificare questa situazione e di sostenere le competenze, i saperi e l’intelligenza femminile”.
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