Non profit

Parco fotovoltaico diffuso. Innovazione contro la marginalità

Fondazione di comunità di Messina

di Riccardo Bagnato

«Quello di cui stiamo parlando è il risultato di un lungo percorso durato più di dieci anni». A parlare è Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca di Messina, ovvero uno dei cinque soggetti che hanno dato vita alla Fondazione di Comunità di Messina – Distretto sociale evoluto. Una fitta rete di realtà sociali e territoriali, dai consorzi cooperativi locali alla rete europea Reves (per la promozione dell’economia sociale), dalla Banca popolare etica alla Caritas, che negli anni ha dato lavoro a circa 200 persone e che ora intende lanciare due gruppi d’acquisto, aiutare 250 famiglie, e liberare 56 internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina. Ma come è possibile tutto questo? «Insieme a Banca etica, che investirà 4 milioni di euro nel progetto, così come grazie al contributo di Fondazione per il Sud (un milione) e una nostra raccolta che punta a ottenere 6 milioni di euro», dice Giunta, «abbiamo deciso di investire fra gli 8 e 10 milioni di euro in un progetto che soprattutto garantisca continuità». È nata così l’idea di un parco fotovoltaico diffuso: due impianti da 500 kWatt su terreni confiscati alla mafia, alcuni impianti di dimensione media (20 kWatt) su edifici di pubblica utilità e numerosi impianti di dimensione limitata (3 kWatt) su edifici residenziali. Ma soprattutto il coinvolgimento a rete di tutti i membri, destinatari compresi: «Siamo riusciti a convincere della bontà del progetto aziende come il Gruppo Beghelli». «Le stesse famiglie che beneficeranno dell’energia prodotta», aggiunge, «si sono impegnate a far parte dei gruppi d’acquisto che intendiamo lanciare. Si tratta di un modello di sviluppo in cui gli attori del cambiamento diventano sostanzialmente autonomi dallo Stato e dal mercato».
Un progetto altamente innovativo che coinvolge la città e la provincia di Messina, ma anche alcuni territori della Calabria, dove le difficoltà non mancano. «Molte delle organizzazioni sociali e ambientali più avanzate e che continuano a credere possibile produrre innovazione in aree marginali come Messina sono integralmente dentro alla fondazione». I cittadini per ora rispondono bene, ma questo non è sufficiente. Sempre attivo è il progetto “Responsabilità sociale dei territori” per incontrare i cittadini e cercare di coinvolgerli direttamente. Quello che a noi interessa non è il risultato immediato, ma è il processo: lento, ma continuativo».


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