Sostenibilità

Parchi al collasso Sos ai candidati

Quattro pagine inviate a Unione e Cdl. contengono le ricette per salvare il nostro patrimonio verde afflitto da commissariamenti e tagli

di Chiara Sirna

Se il sistema parchi italiano è alla deriva «il prossimo governo non potrà più chiudere gli occhi». Qualunque esso sia. E infatti Federparchi non ha perso tempo. A meno di un mese dal 9 aprile, le misure da mettere in campo per rilanciare il «sistema aree protette italiano» le ha condensate in quattro pagine e 34 punti per poi spedirle in busta sigillata a casa Cdl e Unione. «Tra tagli ai fondi e commissariamenti siamo al collasso, bisogna cambiare rotta». Su questo il presidente, Matteo Fusilli, non ha dubbi. E come dargli torto? Il fondo nazionale per i parchi non soltanto è stato prosciugato: non è stato nemmeno rifinanziato. «Il bilancio per il 2006 è di zero euro», incalza, «come si fa a lavorare in queste condizioni?».

Ecomondo: Cosa vi aspettate dalla prossima legislatura?
Matteo Fusilli: Di essere rivalutati. Tuteliamo il 12% del territorio nazionale, tutte le riserve di acqua dolce nascono in aree protette e con i nostri boschi contribuiamo al mantenimento degli impegni di Kyoto sottoscritti anche dall?Italia. Quello dei parchi è un patrimonio monetizzabile a tutti gli effetti.
Ecomondo: In cosa consiste l?essere indispensabili?
Fusilli: I parchi migliorano le condizioni ambientali, sono una preziosa risorsa economica perché portano turismo e valorizzano i prodotti tipici consentendo agli agricoltori di rimanere sul territorio. Le sembra poco? Eppure non fanno altro che relegarci in un angolo.
Ecomondo: Cos?è mancato?
Fusilli: È mancata la collaborazione tra ministero e Regioni. Otto parchi su 24 sono commissariati, è uno scandalo. Si sopravvive giusto perché ci sono i dipendenti, ma non si può lavorare sul coinvolgimento dei cittadini e del territorio. La gestione diventa burocratica, il commissariamento è un atto di imperio, politico. Invece i parchi dovrebbero essere amministrati da tecnici.
Ecomondo: Quanto avete risentito dei tagli ai fondi?
Fusilli: Negli ultimi cinque anni i fondi ordinari sono stati ridotti drasticamente: dai 60 milioni di euro del 2000 siamo passati ai 40 del 2005. Abbiamo dovuto rinunciare a progetti di ricerca e tutela. Penso alla conservazione delle specie animali come lupo, camoscio e orso.
Ecomondo: Alla ricerca in campo ambientale ed energetico nelle aree protette il programma dell?Unione dedica diversi paragrafi. Qual è stato l?apporto dei parchi finora in questo settore e quanto è stato bloccato invece dai tagli ai fondi?
Fusilli: Fino ad alcuni anni fa i parchi sono stati tra i principali protagonisti della ricerca naturalistica, faunistica e zootecnica insieme alle università. Nelle Dolomiti Bellunesi con il progetto Carbon free i fossili sono stati eliminati dalla produzione di energia e sono nati invece impianti di solarizzazione.
Ecomondo: Nel capitolo ambiente e tutela del territorio il programma dell?Unione punta il dito contro l?abusivismo edilizio, soprattutto a Sud. Che contributo potrebbero dare i parchi?
Fusilli: I parchi hanno sempre portato avanti una forte battaglia su questo piano grazie ai fondi che il ministero dell?Ambiente ha destinato, fino all?anno scorso, per l?abbattimento degli abusi. Nel parco del Vesuvio sono stati demoliti immobili della camorra. L?ex residenza del boss Raffaele Cutolo è diventata sede degli uffici del parco stesso. Adesso è tutto bloccato per colpa dei tagli.
Ecomondo: Quali sono le misure più urgenti da mettere in campo?
Fusilli: Le abbiamo sintetizzate nel documento inviato ai due schieramenti. Chiediamo almeno un piano triennale di investimenti per lavorare a medio termine, gestioni decentrate e autonome e che venga finalmente applicato l?art. 7 della legge quadro per le aree protette, la 394/91. Lì si fissava la priorità per i Comuni interni ai parchi di ottenere finanziamenti per progetti di energia alternativa o tutela del paesaggio. Non è mai stata rispettata.

Un accademico della natura
Matteo Fusilli è un uomo che nei parchi e con i parchi si è formato cominciando a combattere le prime battaglie per la conservazione della natura e la tutela del territorio già dai primi albori della legge quadro sulle aree protette. Presidente nazionale di Federparchi, insegna Antropologia del turismo all?università di Siena e Grosseto. È membro del consiglio scientifico e del direttivo nazionale di Legambiente e dell?Iucn – Unione internazionale conservazione natura.

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