Cultura

Paraolimpiadi: la giornata dei volontari

Due studenti, una casalinga, un chimico e un fisico nucleare, con in comune la passione dello sport e lo spirito del volontariato

di Carmen Morrone

Mirko Wamvakinos, 18 anni è nato in Italia da padre greco come Marco Mouzicitis, 26 anni, di Napoli, Elena Sirianni vive in Grecia per amore, il torinese Giuseppe Busca, 60 anni, è un fisico nucleare che dopo la pensione si è dato al volontariato, l?atenese Aristidis Koutras, agronomo di 59 anni, si è laureato a Napoli, e Giorgos Polimeropulos è professore di chimica in un liceo di Atene appassionato di lingua e letteratura italiana. Cosa hanno in comune? Sono i sei volontari che stanno seguendo la nazionale italiana ad Atene. A ciascuna delle delegazioni sportive è stato infatti assegnato un team di ?Can I Help you?, persone pronte a facilitare il soggiorno degli atleti. Secondo i dati ufficiali dovrebbero essere 8.863. Mirko ci racconta la loro giornata tipo. ?Prima dell?apertura il lavoro è stato frenetico perché abbiamo dovuto aiutare ad allestire gli uffici delle varie delegazioni e noi che siamo stati assegnati all?Italia abbiamo partecipato a dar vita a Casa Italia. E poi siamo stati i mediatori tra il comitato atenese e quello italiano ?. ?Il mattino incontriamo i dirigenti delle squadre e poi iniziamo ad accompagnare le varie squadre ai vari campi di gara. Qui trovano altri volontari che fanno assistenza durante le competizioni?. Ma come ti è venuto in mente di fare il volontario alle paraolimpiadi? ?Mio padre, in Grecia per lavoro, due anni fa portò a casa i moduli per le selezioni e tranne mia madre, in famiglia li abbiamo compilati tutti. Risultato: io, mia sorella Eliana (20 anni) e mio padre Evagelos (51anni) siamo stati scelti favoriti del fatto che conosciamo sia la lingua italiana che quella greca e che potevamo risiedere dai nonni che abitano fuori Atene?. Quando hai saputo che il tuo turno (e quello di tuo padre) era per le paraolimpiadi, a differenza di tua sorella, come l?hai presa? ?Al momento un po? male. Non conoscevo nulla dello sport degli atleti disabili, in Italia se ne parla poco. Poi durante il corso di formazione ci hanno mostrato un filmato e mi sono subito appassionato. Adesso posso dire di essere stato più fortunato, perché l?ho trovo un momento sportivo, meno commerciale, dove l? importante è partecipare, ma vincere non è secondario? Com?e il clima al villaggio? ?E? un clima sereno di convivenza pacifica tra le varie razze, qui anche se si sente la competizione, tutti sono cordiali e gioviali. Gli atleti nonostante i loro handicap sono persone piene di voglia di vivere e sono allegri, sono felici di stare alle olimpiadi il traguardo per ogni alteta. E poi qui la loro disabilità non viene rimarcata, sono atleti punto e basta?. Nel team per l?Italia c?è anche Elena Sirianni, sposata con un greco e che da 15 anni vive ad Atene: ?La Grecia sta facendo uno sforzo organizzativo enorme, anche per eliminare le barriere archittettoniche. E poi per quanto riguarda il volontariato per i greci queste Olimpiadi sono state un?esperienza del tutto nuova, non essendo abituati a fare volontariato. Si dovrebbe parlare di più dello sport dei disabili poichè io sono fisioterapista e so quanto lavoro c?è dietro a certe prestazioni sportive”.


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