Famiglia

Paraguay, l’ex vescovo diventa presidente

Fernando Lugo trionfa alle elezioni, con dieci punti in più della rivale del partito al potere per 60 anni consecutivi. "Oggi nasce un nuovo Paraguay": l'intervista in esclusiva rilasciata a VITA

di Daniele Biella

L’intervista di VITA a Fernando Lugo: Lugo, monsignor Paraguay

Fernando Lugo è stato per 30 anni il prete dei campesiños, degli indigeni. È diventato il vescovo più famoso del Paraguay per le sue nette posizioni a fianco degli oppressi e per le critiche al partito al potere, quel Partido Colorado che da 60 anni (di cui 40 di dittatura) comanda a suo piacimento uno dei Paesi più poveri del mondo in cui oggi il 5% dei 4 milioni di abitanti controlla il 90% delle terre e il 20% dei giovani non ha un lavoro. Il 29 marzo 2007, all’età di 58 anni, Lugo ha cambiato la sua vita. «È urgente fare di più per il mio Paese, e come religioso non ci riesco», ha detto, rinunciando alla sua posizione (ha ricevuto dal Papa la ?sospensione a divinis?, cioè non può fare il prete) per buttarsi in politica. Un anno dopo, guida una coalizione di 13 partiti e 7 movimenti sociali e ha grandi chances di vincere le elezioni presidenziali a turno unico del 20 aprile. A pochi giorni dal voto, i sondaggi gli danno il 6-8% in più rispetto alla candidata del Colorado e a un ex generale golpista. Ma siamo in America Latina, tutto può succedere. Tanto che una decina di minacce di attentati Lugo ne ha già ricevute, per questo in ogni uscita pubblica è seguito da giovani guardie del corpo volontarie. [..]

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Era un sogno per milioni di poveri paraguaiani. Era un’impresa disperata, rompere l’egemonia del Partido Colorado, partito che per 60 anni aveva malgovernato il paese sudamericano tra corruzione e clientelarismo, passando attraverso anche i 35 anni (1954-1989) di dittatura di Alfredo Stroessner. Da stanotte il Paraguay ha deciso di cavalcare quel sogno, ed è arrivata l’impresa: alle elezioni di ieri ha trionfato Fernando Lugo, ex vescovo 59enne (è stato sopeso un anno fa dal Vaticano proprio per la sua decisione di lasciare, dopo 30 anni, l’attività religiosa per entrare in politica) a capo di una coalizione di movimenti della società civile e partiti di centrosinistra. Il “vescovo dei poveri”, che assumerà il comando della nazione il 15 agosto, ha raddoppiato il vantaggio delle previsioni, ottenendo il 41% contro il 31% della candidata del Colorado, l’ancora per poco ministro dell’educazione Blanca Ovelar. Terzo, con il 21%, Lino Oviedo, ex generale autore di un golpe in passato per il quale ha scontato sei anni di prigione. “La nostra gente ha scelto un paese differente”, ha dichiarato a caldo Lugo, pochi minuti dopo che il tribunale elettorale gli attribuisse la vittoria, “lavoreremo per cancellare l’dea di un Paraguay corrotto, povero e con enormi disparità. Al contrario, la parola centrale del nuovo corso sarà ‘onestà'”. Alla notizia della vittoria dell’ex vescovo, decine di migliaia di persone si sono riversate per le strade a festeggiare. Anche il presidente uscente, Nicanor Duarte, che solo qualche giorno prima ha accusato Lugo di bugiardo e disonesto, ha affermato che “la transizione avverrà in modo pacifico”. E’ la speranza di gran parte dei sei milioni di paraguaiani.

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