Cultura

Papa: pace e progresso, regioni in prima linea

Il Papa è tornato stamane a parlare dell'impegno per gli immigrati, le famiglie e le emergenze sanitarie

di Paolo Manzo

Regioni e amministrazioni locali in prima linea per la fine dei conflitti e la costruzione di una ”società più solidale e fraterna?, sforzo che ”attende l’apporto di ciascuno”.

Il Papa è tornato stamane a parlare dell’impegno per gli immigrati, le famiglie e le emergenze sanitarie con il presidente della Regione Lazio Francesco Storace, il sindaco di Roma Walter Veltroni e il presidente della Provincia Silvano Moffa.

Ma il suo uditorio è più vasto, in uno ”scenario mondiale sia segnato da numerosi e persistenti conflitti”. ”Il pensiero va, in particolare, alla Terra Santa, dice il Papa, a cui Roma è intimamente legata, per domandare a Dio il dono della pace per i popoli che la abitano”.

Giovanni Paolo II poi eleva ”fervide preghiere perché presto si stabiliscano condizioni di vita degne dell’uomo in tutti i Paesi martoriati da guerre e da varie forme di violenza”. ‘

‘Tocca, in primo luogo, a quanti esercitano compiti istituzionali, prosegue Wojtyla, far appello a ogni possibile risorsa per raggiungere quest’obiettivo di progresso e di pace.

Ho appreso con piacere che le vostre Amministrazioni intendono operare in tal senso, nel desiderio di contribuire sempre più efficacemente a cancellare le cause di malesseri sociali tuttora presenti. L’attenzione responsabile ai bisogni dei meno fortunati, una più equa ripartizione delle risorse e l’integrazione tra culture diverse costituiscono le premesse necessarie di un futuro a reale dimensione umana”.

Il Papa è ”vicino” alle amministrazioni locali e segue ”con affetto” il loro lavoro, ”rallegrandosi per i traguardi positivi raggiunti” come i provvedimenti legislativi (come quello che ha inserito il figlio appena concepito tra i componenti della famiglia, n.d.r.) ”a favore della famiglia fondata sul matrimonio, che rappresenta il fondamentale quadro di riferimento delle persone e dell’intera comunità”.

Wojtyla considera ”particolarmente urgente venire incontro alle giovani coppie, perché siano in grado di affrontare con serenità il matrimonio e assumere le proprie responsabilità nell’educazione dei figli”.

Ma anche ”la cura dei bambini, dei ragazzi e dei giovani non può non rappresentare una priorità per quanti hanno a cuore le sorti dell’umanità” ed il Papa loda ”il riconoscimento della funzione sociale ed educativa degli Oratori, oggetto di un opportuno atto legislativo, incrementerà la cooperazione tra la comunità civile e quella ecclesiale, nell’azione formativa delle future generazioni”.

Ed ancora: gli anziani, ”in particolare quelli costretti a vivere soli”; gli emarginati e soprattutto gli immigrati. ”Che si tratti di persone senza fissa dimora, dice ancora il Papa, di anziani soli, di bambini e famiglie in pesanti ristrettezze, di giovani in situazioni di disagio, di immigrati, di disoccupati, di carcerati, di ammalati terminali o di altre categorie in difficoltà, mai la loro esistenza va considerata inutile.

Occorre trasformare i problemi, i tanti problemi della società, in risorse per il bene di tutti grazie allo sforzo di ciascuno”. Ed anche sul fronte sanitario ”l’accordo recentemente stipulato circa l’assistenza religiosa negli ospedali e nelle case di cura contribuirà, ne sono certo, a venire incontro a una reale esigenza dei degenti nei luoghi di cura”.

Il Papa chiede di salvaguardare ”il rispetto della persona e il bene comune” con un progresso tecnologico che richiede ”incessanti e costose innovazioni”.

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