Cultura

Papa: Mons. Paglia sua precisazione più radicale di scuse

"Le parole del Papa, ben piu' radicali di una scusa", rileva mons. Paglia, vescovo di Terni e Presidente della Commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo in un intervento che apparirà su Famigl

di Redazione

”Il Papa all’Angelus di domenica ha definitivamente chiarito il suo pensiero: la frase ”incriminata” e’ dell’imperatore Manuele II Paleologo e Benedetto XVI se ne dissocia totalmente: ”Sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso, ritenuto offensivo per la sensibilita’ dei credenti musulmani. Si trattava della citazione di un testo medievale che non esprime in nessun modo il mio pensiero personale”. Queste parole del Papa, ben piu’ radicali di una scusa, – rileva mons.Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e Presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo in un intervento anticipato da Famiglia Cristiana – vanno al cuore del problema e permettono di cogliere il senso vero del suo discorso. E direi che le reazioni che si sono avute mostrano ancor piu’ l’urgenza di esso: ossia, che c’e’ un bisogno estremo della ragione o, se si vuole, di ragionare, di mettersi in dialogo e non di scontrarsi fino alla violenza. Il filo rosso che lega i vari discorsi di Benedetto XVI in Baviera (ma non solo) e’ il richiamo a Dio: ”Senza Dio, i conti sull’uomo e sul mondo non tornano”. Il Papa riecheggia cosi’ il dramma dell’umanesimo ateo: dopo aver eliminato Dio, elimina anche l’uomo. E la storia dell’Europa ne e’ una triste conferma. Questo porta il Pontefice a dire agli europei che i popoli dell’Asia e dell’Africa non hanno paura della scienza dell’Occidente, ma della sua negazione di Dio. Questo – rileva il vescovo Paglia – e’ stato il cuore del discorso a Monaco: le societa’ hanno bisogno di Dio. Nell’Universita’ di Regensburg potremmo dire che lo prosegue fermando l’attenzione su quale Dio. E mette in guardia i credenti da un Dio potente ma lontano o, peggio, che spinge alla guerra. Il Dio a cui il Papa si riferisce e’ un Dio dal volto umano, che ama l’uomo e che l’uomo puo’ ricambiare. Insomma, un Dio che entra nei confini della ragione. La conseguenza e’ logica: un Dio che spinge alla ”guerra santa” – da chiunque essa sia proclamata – e’ contro la ragione. Questo e’ il cuore della lezione di Regensburg. Purtroppo, l’interpretazione di una frase del Paleologo, estrapolata dal contesto senza neppure leggere l’intero testo, ha portato a cortocircuiti che sono stati poi pericolosamente strumentalizzati. Per sostenere questo argomento si e’ servito della frase del Paleologo: ”Non agire secondo ragione (con il logos) e’ contrario alla natura di Dio”. Il passaggio, in effetti, e’ straordinario! Benedetto XVI, parlando di Dio, difende in maniera appassionata il valore della ragione. Perche’? Perche’ e’ preoccupato che i credenti (anche i cristiani!) si affidino a una fede fatta di sentimentalismo, di volontarismo, di irrazionalita’. Una fede sganciata dalla ”critica” della ragione porta al fondamentalismo. E una ragione slegata dalla fede diviene totalitaria. Fondamentalismo e totalitarismo – entrambi sempre violenti! – derivano dal divorzio tra la fede e la ragione. Il Papa esorta a raccordarle e sostiene: ”Dio non diventa piu’ divino per il fatto che lo spingiamo lontano da noi in un volontarismo puro e impenetrabile, ma il Dio veramente divino e’ quel Dio che si e’ mostrato come logos e come logos ha agito e agisce pieno di amore in nostro favore”. La ragione – conclude mons.Paglia – e’ una compagna necessaria della fede; il loro divorzio provoca danni irreparabili. E’ urgente ritrovare tra loro un’armonia: solo cosi’, termina il Papa, ”diventiamo capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni, un dialogo di cui abbiamo un cosi’ urgente bisogno”. E’ ben lontana percio’ da Benedetto XVI l’idea di uno scontro tra le religioni. Al contrario, il Papa ritiene che il dialogo tra le religioni e’ indispensabile, ma ha bisogno che fede e ragione tornino a incontrarsi. L’Europa, ove cristianesimo e umanesimo si incrociano, e’ abilitata piu’ che altri a condurlo”.

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