Formazione
Papà mamma e mezzo figlio
Papà, mamma e mezzo figlio. Nei termini crudi della statistica questa è la famiglia italiana 2007. Il che comporta una serie di altri record a catena, tutti davvero preoccupanti...
Papà, mamma e mezzo figlio. Nei termini crudi della statistica questa è la famiglia italiana 2007. Il che comporta una serie di altri record a catena, tutti davvero preoccupanti. In Italia ci sono 14,2 bambini (da 0 a 14 anni) ogni 100 abitanti. Il che vuol che c?è un bambino ogni sette persone. In Europa non c?è nessuno che stia peggio. Se guardiamo alle fasce di popolazione, scopriamo che ci sono 3,4 ultrasessantacinquenni ogni bambino under 6. Sono numeri che fotografano un fenomeno di portata probabilmente epocale e che uno studioso di statistica, Roberto Volpi, ha passato al setaccio e raccolto in un libro, appena pubblicato (La fine della famiglia, Mondadori), e destinato a togliere il sonno a chi lo legge. Infatti il libro, attraverso la difficile contestabilità dei numeri, fotografa impietosamente un Paese senza futuro. Volpi, 60 anni, tre figli avuti da due donne diverse, usa un termine molto delicato per descrivere il fenomeno: lo svaporamento della famiglia. Svapora significa che svanisce senza che quasi nessuno se ne accorga. Senza che nessuno prenda contromisure. Ma proviamo ad aprire la porta e ad osservare da vicino cosa sta accadendo nella famiglia italiana.
Senza futuro
C?è un dato che ci proietta già nei prossimi decenni, come se il domani avesse il destino segnato. è quello che riguarda le donne in età di riproduzione. Ogni loro diminuzione si riproduce, in proiezioni, in moltiplicazioni al quadrato. Un numero parla per tutti: le donne in fascia di età tra i 15 e i 29 anni (quindi le mamme possibili dei decenni successivi) nell?arco di dieci anni sono calate del 21,1%. Il che, a cascata, può voler dire che gli italiani entro la metà del secolo si assottiglierebbero a 44 milioni e per di più con una grande maggioranza di vecchi. Per definire il fenomeno Volpi ricorre a un termine tecnico: «depressione». Ma solo tecnico non è?
Cercando le ragioni
Perché l?Italia sta vivendo una simile involuzione? Volpi vede due cause. La prima è il crollo improvviso di un?idea di famiglia che aveva tenuto per secoli. Lo spartiacque è fissato nel 1975, l?anno successivo al refrendum sul divorzio, quando i risultato svelarono un Paese molto diverso da quello immaginato. Un Paese improvvisamente laicizzato ma non pronto a cambiare sul piano delle scelte di realtà. Così, a distanza di oltre 30 anni mentre nei Paesi del Nord Europa i figli nati fuori dal matrimonio sono quasi la metà, l?Italia è ferma al 16%. Insomma, si è disfatta un?idea di matrimonio, ma al suo posto non c?era una formula alternativa convincente.
L?età della paura
In compenso è cresciuta un?ossessione per la sicurezza: l?Italia è il Paese in cui la gravidanza viene vissuta come un incubo, com?è dimostrato dal ricorso irrazionale e oltre ogni standard a ecografia e amniocentesi. «E l?insicurezza cresce man mano che sale di ceto sociale. C?è una vera e propria medicalizzazione della maternità. Un fenomeno irrazionale, visto che l?indice di mortalità nel primo anno in Italia è tra i più bassi al mondo», spiega Volpi. «L?apparato medico scientifico comanda: tutto è verifica ed esame continuo». Un dato molto significativo: il Servizio sanitario nazionale ha fissato uno standard di tre ecografie per gravidanza. Uno standard avanzato. Ebbene, per esempio in Toscana il 68% delle donne nel 2005 lo ha superato. E lo ha superato alla grande.
Che cosa si perde
Lo svaporamento della famiglia ha ricadute sociali tutt?altro che indifferenti. Una molto concreta: il tradizionale sistema di welfare italiano fondato sui care giver rischia di incrinarsi. Dice Volpi: «I care giver invecchiano e non ce la fanno a coprire esigenze sempre più grandi, tant?è vero che tra le famiglie di anziani, quelle aiutate sono diminuite dal 29 al 18% in vent?anni». Il boom impressionante del fenomeno badanti è la conferma di questa tendenza. In Italia ce ne sarebbero un milione. E sono lì a presidiare, a spese delle famiglie, quel che nessun sistema di welfare potrebbe reggere. Poi c?è un?altra conseguenza: «La famiglia è il microcosmo delle possibili diversità; è il primo laboratorio dell?incontro tra generazioni. è la prima camera di compensazione delle diversità. Quella in cui l?individuo è guidato a rapportarsi con un ambito più ampio, che lo comprende». Il risultato è una società atomizzata, in cui ciascuno fa fatica a rinunciare a qualcosa per rapportarsi con gli altri.
Un?Italia di celibi
Volpi li chiama così. Sono il vero fenomeno sociale del nuovo millennio, quello che la moda culturale vezzeggia come single. Consumatori perfetti, lavoratori ad oltranza, stanno in una fascia di età tra i 25 e i 49 anni. In dieci anni sono aumentati di due milioni e mezzo, con la popolazione complessiva assestata su livelli stazionari. «è questo il vero cambiamento epocale che ci riguarda», analizza Volpi. «Non ci si mette in coppia, non ci si sposa. Si resta semmai in famiglia abusando di quello spazio che le famiglie lasciano ai figli. La visione spasmodicamente concentrata sulla salute del bambino in gravidanza conclude qui la sua parabola: in quella che io chiamo l?ipertrofia dei figli. Il loro richieder tutto senza niente garantire». Senza garantire, in particolare, altri figli.
E la Chiesa?
L?Italia non è sola in questa parabola. Spagna e Grecia la inseguono da vicino. Paesi latini, Paesi di tradizione cristiana. Strano paradosso, vista la centralità che la famiglia ha avuto in quella cultura. Dice Volpi: «Io sono laico. Ma mi interesserebbe che la Chiesa riuscisse a contaminare il senso della famiglia, a comunicarne il fascino. Invece mi pare che si perda in mille rivoli inutili. Che si imbarchi in battaglie perdenti o giochi solo di rimessa». Un esempio? «Le coppie di fatto. Perché non considerarle alleate della famiglia invece che nemiche? Sarebbe importante abbandonare ideologie e integralismi. L?importante è fissare una regola: che la coppia non sia luogo di un egoismo raddoppiato. Che sia una strada che porta ai figli. Il resto seguirà».
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