Cultura

Papa Francesco: «L’Europa apra le porte del cuore»

Il Pontefice in occasione del primo anniversario della tragedia che il 3 ottobre 2013 ha visto perdere la vita a 368 migranti che cercavano di raggiungere Lampedusa ha incontrato alcuni superstiti. «A volte quando sembra di essere arrivati al porto ci sono cose durissime. Si trovano porte chiuse e non si sa dove andare. Ma ci sono molte persone che hanno il cuore aperto per voi»

di Redazione

3 ottobre 2013: un anno dopo Papa Bergoglio non dimentica. Non vuole dimenticare, non può dimenticare l’ennesima tragedia, la più grande, consumatasi a bordo di uno dei tanti barconi della morte carichi di gente in fuga dalla miseria africana. Morirono 368 migranti.

Nel pomeriggio Francesco ha dato il benvenuto in Vaticano ad un gruppo di sopravvissuti accompagnati da padre Giovanni La Manna del Centro Astalli.

Un'immagine del Papa con i profughi superstiti

«Sento cose che non si possono dire perché non si trovano le parole per dirle. Tutto quello che avete sofferto si contempla nel silenzio, si piange e si cerca il modo di essere vicini». Davanti a lui c’era una delegazione composta da 37 persone, tutti eritrei (oltre 20 superstiti e alcuni familiari), provenienti da diversi Paesi europei dove hanno, nel frattempo, trovato accoglienza. Germania, Svezia, Norvegia, Olanda, Danimarca.

«A volte quando sembra di essere arrivati al porto ci sono cose durissime. Si trovano porte chiuse e non si sa dove andare. Ma ci sono molte persone che hanno il cuore aperto per voi. La porta del cuore è la più importante in questi momenti. Chiedo a tutti gli uomini e donne di Europa che aprano le porte del cuore. Voglio dire che sono vicino a voi, prego per voi, prego per le porte chiuse perché si aprano!».

Uno dei rifugiati ha rivolto al Papa alcune parole in inglese, chiedendo appoggio e sostegno, ad esempio per il riconoscimento delle salme che in certi casi non si è ancora potuto raggiungere.
Un altro ha ringraziato per le diverse forme di appoggio e aiuto per i migranti e i rifugiati.
 

Il Papa a colloquio con uno dei migranti superstiti

Al Papa è stata offerta in dono una scultura in ferro, raffigurante una bottiglia nel mare che al suo interno racchiude una famiglia. La delegazione era stata organizzata dal “Comitato 3 Ottobre”, presieduto da Tareke Brhane, accompagnata da monsignor Krajewski, Elemosiniere pontificio, padre La Manna. Proprio in questi giorni è stata presentata una proposta di legge perché il 3 Ottobre sia riconosciuto come “Giornata in ricordo delle vittime del mare”.

Alcuni dei presenti hanno anche potuto compiere in questa occasione i test predisposti dalle autorità italiane competenti per il riconoscimento di alcune delle salme non ancora identificate.

da ilmessaggero.it


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