Cultura
Papa Francesco dice basta ad abusi sessuali e violenze
«Quella del Papa è una proposta concreta, un cambiamento di grande coraggio», dice Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro perchè “Vos estis lux mundi” stabilisce l’obbligo per tutti i religiosi di denunciare chi compie o copre abusi sessuali e violenze, non solo sui minori ma anche su tutte le persone in stato di vulnerabilità. Entro il 2020 ogni diocesi ha obbligo di dotarsi di un sistema stabile ed accessibile per accogliere le segnalazioni
di Anna Spena
Francesco è un Papa rivoluzionario e coraggioso. Un Papa che non si stanca di dare segnali concreti. L’ultimo in ordine di tempo si chiama “Vos estis lux mundi”, il suo Motu Proprio. Il testo impone l'obbligo per tutti i religiosi di denunciare chi compie o copre abusi sessuali e violenze.
«Questa è una tappa fondamentale per la chiesa Cattolica», dice il professore Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, che fa parte della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. «Il gesto di Papa Francesco si colloca in un processo iniziato diversi anni fa che negli ultimi mesi ha avuto una forte accelerazione». Ma è anche una scelta assolutamente innovativa: «D’ora in avanti abuso, violenze e violenze sessuali», spiega Caffo, «si affronteranno in modo sistemico, complessivo e globale. Proprio com’è la chiesa: composita e globale».
Il Motu Proprio arriva a due mesi di distanza dall’incontro promosso in Vaticano lo scoro febbraio sulla protezione dei minori nella Chiesa. L’altro elemento innovativo del Vos estis lux mundi è il fatto che non riguarda solo i minori, ma tutte le persone – minorenni e non – che vivono in una condizione di vulnerabilità e che sono vittime di violenze e abusi. Il Motu fa anche riferimento alla violenza sessuale e le molestie conseguenti all’abuso di autorità. Questo obbligo include anche qualsiasi caso di violenza sulle religiose da parte di chierici, come pure il caso delle molestie a seminaristi o novizi maggiorenni.
«Quelle del Santo Padre», continua Caffo, «sono azioni concrete e coraggiose che si fanno portatrici di un cambiamento. Il tema della trasparenza è centrale: la possibilità di raccogliere le segnalazioni ed intervenire rimette la tutela della vittima al centro, vittima che va sempre considerata come persona primaria. Altro aspetto fondamentale è il rapporto con gli stati in cui la chiesa è inserita rispettando le leggi nazionali. E questo aumenterà la collaborazione e il dialogo tra stato e chiesa per affrontare il tema dell’abuso».
«I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli», ha ricordato Papa Francesco. «Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa. Questa responsabilità ricade, anzitutto, sui successori degli Apostoli, preposti da Dio alla guida pastorale del Suo Popolo, ed esige da loro l’impegno nel seguire da vicino le tracce del Divino Maestro».
Per questo motivo entro il 2020 tutte le diocesi del mondo dovranno dotarsi di “uno o più sistemi stabili e facilmente accessibili al pubblico per presentare segnalazioni, anche attraverso l’istituzione di un apposito ufficio ecclesiastico”. «E in quest’ottica», conclude Caffo, «gli enti ecclesiastici locali e regionali hanno una grande responsabilità. È da loro che deve partire la nascita di una sensibilità collettiva».
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