Economia civile
Papa Francesco: «C’è bisogno di un’economia nuova e illuminata»
Pnrr, Europa, giovani, finanza, territori ed energia. Questi, tra gli altri, i temi che si sono trattati nella seconda giornata del Festival nazionale dell’economia civile-Fnec, a Firenze aperta da un messaggio del Papa
«La crescita non è un attributo umano, ma lo sviluppo sì. Questo, infatti, ha come primo obiettivo l’aumento del grado di libertà delle persone. Oggi tutta l’impostazione teorica mainstream è basata su questo errato scambio tra crescita e sviluppo. Lo sviluppo umano può essere solo integrale e questo richiede la contestuale presenza di tre dimensioni: la crescita, la dimensione relazionale e la dimensione spirituale. L’assenza delle ultime due è la grande colpa dell’oggi. La sostenibilità ha una natura tridimensionale: ambientale, sociale, economica. La grande sfida è trovare il modo di tenerle in armonia e, ad oggi, non esiste nessun modello a livello internazionale che dia una risposta». Così, Stefano Zamagni, presidente della pontificia Accademia delle scienze sociali, ha concluso il suo intervento al Festival nazionale dell’economia civile-Fnec, che si sta svolgendo a Firenze (qui il podcast con Zamagni di Stefano Arduini).
Spesso l’intelligenza artificiale è sotto il controllo di pochissime aziende che possono usarla unicamente per fare profitti. Accade già nei social media dove crescono polarizzazione e fake news
– Joseph Stiglitz
Dopo i saluti di Dario Nardella, sindaco di Firenze, per il quale «C’è bisogno di un nuovo umanesimo e di rimettere l’uomo al centro dell’economia, della società e della tecnica» e di Stefania Saccardi, vicepresidente della regione Toscana, che precisa che «Tenere insieme sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale è la grande sfida che abbiamo davanti», è la volta di Joseph Stiglitz, economista e vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2001, che ha toccato i temi della rivoluzione dell’intelligenza artificiale e dei nuovi modelli di business: «L’intelligenza artificiale è un potenziale e potente agente di trasformazione. Come qualsiasi cosa abbia un potere così forte, il risultato dipende dall’uso che se ne fa; nel bene e nel male. Ho un’ulteriore preoccupazione: spesso l’intelligenza artificiale è sotto il controllo di pochissime aziende che possono usarla unicamente per fare profitti. In alcuni casi esiste un terreno di incontro tra il profitto e il bene sociale, ma non sempre. Anzi, accade che entrino a volte in conflitto e questo mi preoccupa molto.
Accade già nei social media dove crescono polarizzazione e fake news, fenomeni in accelerazione attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale», ha detto Stiglitz che potete ascoltare qui nel podcast con Stefano Arduini.
Nel panel “Oltre il Pnrr. Quale ruolo dell’Europa” ci si è chiesti come l’Unione europea possa rispondere alle vulnerabilità interne ai Paesi membri ed esterne, che derivano da cambiamenti climatici sempre più violenti e repentini.
Secondo Augusto dell’Erba, presidente Federcasse–Bcc, «L’attenzione al territorio è l’aspetto naturale, sgorga spontaneamente. I governi possono varare certe misure, anche generose, come quelle approvate durante il Covid, ma se poi non c’è qualcuno che le fa scorrere fino alla destinazione periferica, l’effetto non si produce e la protesta sociale sale».
Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena, crede che bisogna «Pensare oltre i limiti, andare anche oltre il Pnrr e guardare all’Europa come una grande opportunità. Il Pnrr ha consentito ai Comuni di stabilire cosa potevano immaginare per i loro territori: messa in sicurezza del territorio, inclusione sociale, abbattimento delle diseguaglianze e costruzione di nuovi sistemi di welfare».
Raffaele Spallone, dirigente divisione digitalizzazione delle imprese e analisi dei settori produttivi del Ministero delle imprese e del made in Italy-Mimit, sostiene che: «Il fatto che la maggior parte delle risorse Pnrr sia destinato ai Comuni, che non hanno sufficienti risorse umane al loro interno, è un elemento critico. Il PNRR secondo noi è uno strumento importante per la doppia transizione, adesso vediamo cosa ne pensa l’Europa dove la sfida è quella di conciliare il rilancio della competitività con la riduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche».
“Il futuro dell’energia nella transizione ed oltre la guerra” è stato il luogo della discussione sul momento geopolitico in relazione a inflazione, instabilità e incertezza.
Ne hanno parlato, insieme a Stefano Zamagni, Mario Antonio Scino, capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, e Maurizio Gardini, presidente Confcooperative.
Il piano nazionale per l’energia e il clima varato dal Governo e il tema delle grandi transizioni sono stati il tappeto di argomenti sul quale si è dipanato il panel.
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Nel salone dei Cinquecento di palazzo Vecchio, dove si è svolta la seconda giornata del Fnec, sul tema “Oltre l’inclusione. Quale ruolo dell’abitare”, è intervenuta anche Maria Teresa Bellucci , viceministra del Lavoro e delle politiche sociali che ha detto: «Come rappresentante del Governo, per Caivano sento la responsabilità di chiedere perdono a tutti coloro che sono stati invisibili, violati dai carnefici, ma ancora di più da istituzioni che si sono arrese e hanno deciso di non combattere e di rinunciare. Caivano può essere un’opportunità, come lo sono tutte le crisi, e Caivano è una crisi. Di Caivano ce ne sono tante in Italia, luoghi dove c’è una mancanza importante delle istituzioni che dovrebbero invece avere una presenza importante e costante, luoghi dove lo Stato non ha fatto sentire la sua presenza». La viceministra ha poi aggiunto che «La rigenerazione umana passa dalla rigenerazione urbana dove si trova il punto di incontro fra diversi bisogni. Gli anziani sono sempre più soli: attraverso la co-abitazione si trova una risposta al bisogno degli anziani soli e all’esigenza di rigenerare quartieri e piccoli comuni. Su questo può aiutare molto l’intelligenza artificiale, per portare anche nuove generazioni di lavoratori digitali a vivere in luoghi dove risiedono agli anziani, dando così nuova vita alle comunità».
Nella tavola rotonda “La giustizia intergenerazionale in una società aperta” in primo piano la questione generazionale: «La politica deve capire che il ricambio tra generazioni è uno degli elementi che può far entrare i giovani nei luoghi dove si prendono le decisioni che li riguardano», ha detto Gian Luca Galletti, presidente di Emil Banca; per Alessja Trama, coordinatrice delle politiche e della ricerca di “Senzatomica”, «Noi giovani dobbiamo prenderci il nostro spazio. Per noi è importante il disinvestimento negli armamenti nucleari e noi, le persone comuni, possiamo realmente contribuire a costruire un mondo libero dalle armi nucleari». È la volta di Elsa Maria Fornero, economista e già ministra del Lavoro e delle politiche sociali, per la quale «Per i giovani le parole chiave sono due: istruzione e partecipazione». Il fiscalista Pietro Bracco, invece, ha parlato di come ripensare l’attuale sistema fiscale: «Serve un cambio culturale, serve trovare un dialogo per avere un fisco rigenerativo».
Torna, anche nella 5ª edizione del Fnec, il premio dedicato a tutte quelle imprese che operano secondo i princìpi dell’Economia Civile: la giuria ha deciso di premiare Molino Agostini, situato nel cuore delle Marche, che porta avanti l’arte molitoria tra tradizione e tecnologia, sempre con un occhio all’etica e al benessere dei lavoratori. Trasformatasi in società benefit, punta adesso alla ristrutturazione di un ex calzaturificio per farne un centro di formazione.
«Investire sul cambiamento e sulla sostenibilità vuol dire trovare una nuova anima, creare una nuova cultura. È conveniente per le aziende avviare percorsi di sostenibilità, è una strada possibile che genera valore per tutti», ha detto durante la premiazione Giovanni Battista Costa, presidente di NeXt-Nuova economia per tutti.
Questa economia “illuminata” ha bisogno di direzioni di largo respiro, nella logica della sussidiarietà che è il fondamento della democrazia
– papa Francesco
Una seconda giornata molto intensa, dunque, al Festival nazionale dell’economia civile che si era aperta con un messaggio di papa Francesco, che riportiamo in stralcio:
«Oggi si avverte un urgente bisogno di un’economia nuova e “illuminata”, per affrontare il cambiamento d’epoca e le temibili sfide che abbiamo di fronte. In particolare, quella della povertà cioè delle diseguaglianze in un modello economico che produce scarti e scartati, e quella dell’emergenza climatica che mette a rischio il nostro futuro sul pianeta.
Una visione più profonda, ispirata all’ecologia integrale, ci fa capire che alla radice di questi disordini che destabilizzano la convivenza a tutte le latitudini c’è un problema di impoverimento di senso del vivere.
L’Economia civile ha molti strumenti per affrontare questi problemi, per inquadrarli nel modo corretto e offrire piste di risposta. Perché ciò sia sempre più comune ed efficace, bisogna superare riduzionismi e luoghi comuni. Approfondendo un’antropologia dove la persona è capace di dono e di quella superiore forma di razionalità che è l’intelligenza sociale, fatta di fiducia e cooperazione, potremo pervenire ad una ricca diversità di forme di impresa e vedere crescere il numero di quegli imprenditori più “ambiziosi”, che non guardano semplicemente al profitto ma anche all’impatto sociale e ambientale. Questa economia “illuminata” ha bisogno di direzioni di largo respiro, che aiutino la nostra società e percorrere la via del ben vivere e della generatività, e di una politica, anche economica, arricchita dalla partecipazione, dalla cittadinanza attiva e dalle scelte responsabili dei cittadini, nella logica della sussidiarietà che è il fondamento della democrazia».
tutte le foto di questo articolo sono state gentilmente concesse a VITA dall’Ufficio stampa del Festival nazionale dell’Economia civile
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