Welfare

Pannella e Segio, impegnati a natale

Ecco come è nata la mobilitazione per la clemenza

di Redazione

Il vulcanico Marco Pannella e il posato Sergio Segio. Dal loro incontro, sancito da una lettera aperta inviata dal responsabile milanese del gruppo Abele al leader radicale e pubblicata su Vita.it lo scorso 18 novembre, è nata la campagna per una grande mobilitazione pro amnistia e pro indulto da tenersi a Roma e in altre città italiane nel giorno di Natale. In questo mese l?iniziativa ha vissuto su due binari paralleli. Da una parte Segio ha preso per mano la galassia associativa, dichiarandosi «deluso da un mondo politico che in cinque anni non ha prodotto altro che nefandezze» e raccogliendo le adesioni di una larga fetta del terzo settore italiano, dalla Comunità di Sant?Egidio all?Arci passando per l?Associazione Antigone ed Exodus (l?elenco completo sul sito di Vita). Sull?altro fronte, quello politico, invece Pannella lamenta, almeno fino ad ora, una scarsa attenzione: «Se le due grandi famiglie che siedono in Parlamento si mettessero d?accordo, basterebbero 20 giorni per approvare un provvedimento di clemenza. Allo stesso modo, se le grandi centrali della mobilitazione capaci di portare in piazza milioni di persone avessero davvero a cuore la questione, l?opinione pubblica farebbe dell?emergenza carcere una questione cruciale». Pannella non si ferma qui e aggiunge: «Per amor di verità mi spiace constatare l?assenza dei vertici della Chiesa: con l?addio di Giovanni Paolo II, la parola amnistia sembra scomparsa dal loro vocabolario». Sempre per amor di verità bisogna ricordare però che in diverse occasioni Benedetto XVI ha ricordato come «il cardinale Martino, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, stia elaborando un documento sul problema dei nostri fratelli e delle nostre sorelle reclusi?». Una piccola polemica che però non scuote il portavoce della Comunità di Sant?Egidio, Mario Marazziti che il 25 dicembre parteciperà alla manifestazione «per poi dedicare l?intera giornata ai poveri, come facciamo ogni anno». «Io credo che il basso profilo usato dal nuovo Papa», continua Marazziti, «sia la conseguenza della delusione per l?atteggiamento che i politici hanno tenuto dopo aver promesso la clemenza di fronte a Papa Wojtyla. Noi però, come altre associazioni cattoliche non abbiamo mai smesso di entrare in carcere».


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