Famiglia

Pancalli: è un grande, corra alle Olimpiadi

È il simbolo di come possa cambiare la qualità della vita anche di un disabile. E non diciamo che la tecnologia lo favorisce. Vi sfido a provarlo...

di Carmen Morrone

Pistorius il giorno dopo, anzi nel futuro. L?atleta che grazie alle gambe di carbonio ha gareggiato insieme ai normodotati al Golden Gala ha scritto una pagina della storia dell?atletica leggera, ma ha anche annunciato tempi nuovi. Oz, come lo chiamano, corre in 46 secondi e 56 la distanza di 400 metri – quando il normodotato Lashawn Merritt lo fa in 44?? 44 – grazie a due pezzi di carbonio ricurvi che si chiamano tecnologia.

Il tempo c?è
Sta qui il fascino della vicenda Pistorius che è riuscito ad imporre il suo essere atleta con la frase: «Non ho le gambe, non sono disabile». Perché un campione sportivo è, prima ancora che nelle braccia e nelle gambe, nella testa. E quella di Pistorius ha sempre perseguito un obiettivo: gareggiare al pari dei normodotati. Non c?era ancora riuscito sino al 14 luglio scorso, quando l?ha fatto al Golden Gala di atletica di Roma. È arrivato secondo, ma il risultato è un altro. È l?eco mediatica che questo ragazzone ventunenne di Pretoria, Sudafrica, ha lanciato: un sasso nello stagno che sta producendo decine di cerchi. E ben lo sapeva Luca Pancalli, presidente del comitato Paralimpico italiano e vice presidente del Coni, che ha fatto di tutto perché lo sprinter partecipasse all?importante kermesse.

«Valuto positivamente il dibattito che si è acceso in questi giorni tra chi vuole e chi no che Pistorius partecipi alle gare per normodotati. Proprio io che non condivido la vis polemica, in questo caso la sto seguendo». E qual è la sua opinione? «Sono favorevole al confronto di Pistorius o di qualunque altro atleta che usa ausili. A condizione che non sia una partecipazione sull?onda dell?emozione. Pistorius ha tutto il diritto di partecipare alle gare se raggiunge il limite di tempo richiesto dalla federazione internazionale di atletica. Il suo tempo sui 400 metri è di 46?? 56, per entrare nella rosa olimpica occorre fare un tempo di 45??94. È alla sua portata, adesso tocca a lui».

E come la mettiamo con le gambe da ghepardo che restituirebbero potenza e velocità? «I vantaggi delle protesi si bilanciano con gli svantaggi dell?uomo Oscar Pistorius, che come tutti gli atleti deve fare i conti con gli aspetti psicologici oltre che con le condizioni muscolari. La particolarità di Pistorius non si presta ad essere verificata. Come fanno i giudici: si amputano le gambe per capire esattamente come si corre in quelle condizioni? Tutte le altre prove, come bloccare la caviglia sana al corridore che già corre con una protesi all?altra gamba, possono avvicinarsi, ma non sono decisive».

Olimpiadi di Pechino 2008, e non Paralimpiadi, alla portata di Oscar Pistorius che oggi è noto anche a chi non segue lo sport perché è la dimostrazione vivente che è nella tecnologia il futuro, di qualità, dei disabili. A partire dagli ausili usati nella ?semplice? vita quotidiana. «Siamo lontani anni luce dalla raggelante gamba di legno. Oggi ci sono materiali e tecnologie sofisticate progettate e sperimentate dalla ricerca aerospaziale e automobilistica che trovano un ulteriore uso nella costruzioni di protesi per amputati e carrozzine per tetra e paraplegici. Si tratta di un evidente miglioramento della qualità di vita che significa tornare ad avere una grande autonomia e quindi continuare a lavorare, guidare, studiare, divertirsi».

Sport accessibile
Roba da ricchi? No, la produzione è industriale e i costi sono stati abbattuti. Luca Pancalli, dopo aver aperto agli azzurri paralimpici i gruppi sportivi delle forze armate, cominciando da quello della Polizia penitenziaria, ha idee per rendere più accessibili protesi e carrozzine. In questo contesto Pistorius sta lavorando per i disabili che nel nostro Paese sono quasi 3milioni. Speriamo che Oz, che alcuni hanno paragonato a Forrest Gump, un giorno non si fermi e dica: «Sono stanchino, torno a casa».


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