Welfare

Palestina, SOS sequestri

Dopo il rapimento dell'italiano Bernardini (nella foto) e di cittadini inglesi il Centro palestinese per i diritti civili al-Mizan lancia dure accuse all'Anp

di Redazione

L?attivista italiano, Alessandro Bernardini, è stato liberato. Ma l?ondata di rapimenti prosegue. Oggi a Rafah e’ stato sventato il sequestro di due cittadini giapponesi, fratello e sorella che erano nei pressi di un’istituzione accademica. Alessandro Bernardini è stato tenuto in ostaggio alcune ore, dopo essere stato rapito a Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Bernardini era arrivato nei territori con l’eurodeputato Luisa Morgantini e una delegazione di italiani “per constatare la situazione dopo il ritiro di Israele”, ed è stato liberato dopo un blitz della polizia palestinese. Di fronte a questa situazione il Centro palestinese per i diritti civili al-Mizan, oggi ha lanciato dure accuse all?Anp dopo che la sua coordinatrice internazionale Kate Burton (25 anni) è stata tenuta per tre giorni in ostaggio a Rafah di miliziani, assieme con i genitori. Al-Mizan lamenta che l’Anp non abbia fornito alcuna informazione sui rapitori dei tre cittadini britannici e sugli obiettivi di quella operazione. Il fatto che l’Anp non abbia catturato i rapitori e dunque non li abbia puniti “non fa che incoraggiare nuovi rapimenti”. Al-Mizan insiste affinché i responsabili dei sequestri di cittadini stranieri vengano condannati a pene esemplari perché recano danno all’immagine internazionale della lotta palestinese. Analoghe tesi sono espresse oggi sul giornale palestinese “al-Hayat al-Jadida” dal commentatore Hassan al-Kashef. Questi nota con amarezza che il 2005 si e’ concluso con il rapimento dei tre britannici e che il 2006 è iniziato con la distruzione di un locale delle Nazioni Unite (dove venivano serviti alcolici) e con il rapimento del giovane italiano. “Non possiamo sentire per mesi le solite scuse dell’Anp che, con tutto l’aiuto ricevuto dagli europei e da altri elementi internazionali, non riesce adesso a garantire nemmeno la loro sicurezza nelle nostre terre”, esclama al-Khashef. “La grande domanda – aggiunge – resta la stessa: perché l’Anp non ha arrestato nessuno dei membri dei gruppi che hanno condotto i rapimenti, malgrado in precedenza abbiano negoziato con loro e dunque ne conoscano necessariamente la identità?”. Il giornalista indica poi i responsabili di questo degrado della situazione: il parlamento palestinese, il premier palestinese Abu Ala e il presidente Abu Mazen “che dichiara tutti i giorni che metterà fine al caos, e poi non agisce”. La conclusione del giornalista è che se l’Anp non è all’ altezza della situazione dovrebbe chiedere aiuto allora alle forze islamiche e ad altre forze positive nella società palestinese.


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