Mondo
Palestina. Il diario di Francesco Cavalli. Ho visto i bambini sognare da kamikaze
Lassessore alla cultura di Riccione era a Gaza nei giorni dellomicidio di Yassin. "Siamo qui per dare ai ragazzi prospettive diverse dallodio e dalla vendetta".
di Redazione
Francesco Cavalli, assessore alla Pace e alla cultura di Riccione, si trovava a Gaza il giorno in cui è stato ucciso lo sceicco Ahmed Yassin, capo spirituale di Hamas. Quello che segue è il suo diario delle ore concitate che, secondo molti, genereranno una nuova ondata di violenza in tutto il mondo. Cavalli era volato in Medio Oriente per verificare l?impatto di alcuni progetti finanziati dal Comune di Riccione e dalla Regione Emilia Romagna per aiutare i bambini palestinesi a immaginarsi un futuro diverso dal martirio. Un futuro che nei campi profughi della Striscia di Gaza riesce davvero difficile immaginare?
Gaza City,
martedì 23 marzo
“Il mio sogno è crescere abbastanza per farmi esplodere”. Ventiquattro ore dopo la morte dello sceicco Ahmed Yassin, nel campo profughi di Rafah, un ragazzino di 10 anni risponde così quando gli chiedo cosa spera per il futuro. Stamattina sono venuto qui, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, per verificare come procedono i progetti rivolti ai bambini che portiamo avanti con due delle tre ong italiane presenti a Gaza City (il Cric ed Educaid) e con la società civile di qui. Gente convinta che un futuro diverso dal martirio è possibile. Uno dei nostri progetti è formare educatori locali perché lo spieghino ai bambini. Ma come spiegheranno loro quanto è accaduto ieri, qui e a Gaza city?
La notizia della morte di Yassin, ieri i bambini l?hanno appresa dai megafoni dei minareti. Alle 5.10, ora locale. Dieci minuti dopo la prima esplosione. Educatori e insegnanti non vedranno i bambini fino a giovedì: sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale. Scuole, uffici e negozi restano chiusi.
E mentre noi ci chiediamo cosa succederà adesso, se il ritiro degli israeliani da Gaza ci sarà davvero, se la morte di Yassin rafforzerà ancora di più il terrorismo, qui l?unico ragionamento possibile sembra essere quello sulla vita vissuta. Qui prevale la percezione di trovarsi sotto assedio. La mancanza di prospettive e la mentalità diffusa di sacrificarsi per la patria che da essa deriva.
Quella nebbia
così innaturale
Sono arrivato a Gaza city sabato sera insieme a un collega della Regione Emilia Romagna e a due operatori delle cooperative il Millepiedi e Tanaliberatutti. Domenica è passata visitando scuole, asili e campi profughi nella zona a nord della città. Lunedì dovevamo visitare il sud della Striscia di Gaza, ma anche noi siamo stati svegliati dai megafoni dei minareti. Siamo scesi in strada verso le 6 e 30 del mattino, trovando la città avvolta da una nebbia innaturale. Quella creata dal fumo dei falò fatti con cassonetti e copertoni accesi un po? dappertutto in segno di protesta. L?altro modo di dimostrare la propria rabbia, qui, è sparare in aria colpi di mortaio e presentarsi all?adunata convocata dai minareti. Che fare?
Le Nazioni Unite e il consolato italiano di Gerusalemme ci hanno consigliato di rimanere in albergo, a 700 metri in linea d?aria dal luogo in cui è stato ucciso Yassin e a 400 dalla manifestazione che è sfilata per Gaza City. Nel pomeriggio, siamo andati a visitare la moschea in cui pregava lo sceicco poco prima di morire. Il clima era più disteso, per come può esserlo qui.
Clown e ludobus
per distrarre i bimbi
Uscendo dal campo di Rafah, al confine con l?Egitto, penso a quanto deve essere strano vedere dei pulmini colorati e pieni di giochi che entrano qui dentro e parcheggiano tra le macerie sotto la mira delle torrette israeliane. Sono i Ludobus che circolano anche per le strade della nostra Regione, portarli qui significa coinvolgere i bambini palestinesi in attività di gioco e di clownerie che li distolgano dalla pressione cui sono sottoposti a casa ma anche nelle scuole, incentrate su una ferrea disciplina. Significa promuovere dei valori diversi dal martirio e tentare di spiegare loro che quello da kamikaze non è l?unico futuro possibile.
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