Famiglia
Palermo, un circo all’incontrario
Chapitô Danisinni è un esperimento sociale e creativo lanciato nel 2018 in uno dei quartieri più depressi della città. Non ha animali e lavora sulle imperfezioni dei suoi interpreti. Che saranno attesi protagonisti a Milano, nell’ambito del Festival delle Maraviglie, ai piedi dei grattacieli di Porta Nuova
Nel cuore di Palermo pochi minuti a piedi separano il rione Danisinni dalla Cattedrale e dal Palazzo Reale.
E pochi minuti a piedi separano il quartiere da un altro degli straordinari monumenti della città, la residenza estiva dei re Normanni, il Palazzo della Zisa. Eppure per gli stessi palermitani, Danisinni è un luogo remoto, uno strano “buco” spazio temporale su cui lanciare sguardi furtivi da una macchina in transito verso altre mete. Danisinni infatti è uno spazio ribassato rispetto alla quota della città, una depressione che, sino al XVI secolo, raccoglieva le acque del fiume Papireto. Dopo l’interramento del fiume, come intervento risanatore per il suo inquinamento, Danisinni diventò rapidamente un pezzo di città fuori le mura.
Dal 2015 in questa enclave dimenticata di Palermo è iniziato un percorso di riscatto, che ha avuto nell’Accademia di belle arti della città e nella parrocchia di Sant’Agnese i due motori trainanti. È stato lanciato il progetto “Rambla Papireto” per fare del quartiere un incubatore sociale, culturale e artistico unico in cui gli abitanti diventano protagonisti. Momento importante di questo percorso è stato l’apertura nel 2018 del circo sociale permanente Chapitô Danisinni, un collettivo di artisti nato dalla volontà di creare uno spazio culturale e artistico destinato alla produzione, alla formazione e alla diffusione dell’arte e della cultura del Circo Contemporaneo, del Teatro di strada e delle Arti performative.
L’esperienza di Chapitô Danisinni, sostenuta da Fondazione Eos – Edison orizzonte sociale, nell’ambito del progetto Traiettorie urbane, in questo fine settimana approda a Milano, nell’ambito di Bam Circus, la spettacolare tre giorni di performance circensi organizzata ai piedi dei grattacieli di Porta Nuova. Si tratta del progetto bandiera di Fondazione Ees, attivato assieme all’impresa sociale Con I Bambini, per promuovere la crescita sociale degli adolescenti di sei quartieri della città di Palerm,o tra cui anche il quartiere di Danisinni e che racconta anche il numero di VITA appena uscito – Gioventù bruciata – e che potete acquistare qui.
Sabato 27 gli animatori del circo palermitano promuovono due workshop suddivisi per fasce d’età. Sempre sabato uno dei protagonisti di questo percorso di riscatto sociale, fra Mauro Billetta, parroco di Sant’Agnese, partecipa ad un talk moderato dalla ideatrice del Festival, Francesca Colombo. «L’arte di strada, promossa dal Circo sociale, crea un luogo in cui si trasmettono competenze e si favorisce l’espressione creativa delle nuove generazioni», spiega nel suo blog fra Mauro. «Riunisce le discipline circensi e la drammaturgia creando uno spettacolo che non mira tanto alla performance da ammirare per la sua perfezione tecnica, ma alla bellezza frutto della interazione con il pubblico a partire dalla autoironia e dalla simpatia, ossia dalla “vicinanza” dell’artista che riesce ad ingenerare sogni e il gusto del mettersi in gioco».
All’origine di questo percorso fra Mauro indica senza esitazioni gli esempi di Falcone, Borsellino e di don Pino Puglisi. «Le loro testimonianze hanno rappresentato dei boati che hanno cambiato il volto delle nostre coscienze, hanno mostrato che sottrarsi alla propria parte, nella costruzione e nella custodia del Bene comune ossia accomodandosi nei propri piccoli interessi, equivale a rinunciare a vivere».
Chapitô Danisinni si concepisce come circo (senza animali) che non persegue un modello performativo ma innanzitutto un modello educativo: «È così che i giocolieri si ritrovano a lasciare cascare giù le clave come a scherzare con il pubblico e gli acrobati a scivolare sorridendo per le loro “imperfezioni”, coniugando bellezza artistica ed umanità, professionalità e divertimento».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.