Welfare
Palermo, l’incredibile paralisi dell’assistenza domiciliare
Dal 1° settembre 100 disabili e 200 anziani nel comune di Palermo sono abbandonati a loro stessi: le cooperative che li assistevano a casa non possono continuare il servizio a causa della mancanza di un documento che il Comune doveva far loro sottoscrivere. «Scandaloso che nessuno si sia accorto di niente fino a oggi», è la denuncia di Federsolidarietà. E mentre il Comune balbetta scuse, le cooperative non sono neppure state convocate per spiegazioni
Non c’è pace per il sociale siciliano, in particolare per il settore assistenza a disabili e anziani. Dopo la complicata vertenza che ha riguardato i fondi europei e la Regione, è ora la volta del Comune di Palermo, dove le cooperative che si occupano di assistenza domiciliare sono state costrette a sospendere tutti i servizi dal 1° settembre. E non per colpa loro: «Il Comune di Palermo ha imposto una sospensione del servizio», ha denunciato per prima la nostra blogger Elisa Furnari. Nel giro di una notte, effettivamente, le 20 cooperative che gestiscono il servizio in città, a beneficio di circa 100 disabili e 200 anziani hanno dovuto abbandonare l’utenza, che si trova da sei giorni senza poter contare sui propri “angeli custodi”. Cosa è accaduto? «Semplice: l’ennesima follia», commenta la presidente di Federsolidarietà Sicilia, Giusi Palermo. «Il Comune si è “accorto” improvvisamente che le cooperative non avevano sottoscritto il nuovo patto di accreditamento, che doveva essere invece operativo il 1° settembre. Mancando le firme degli operatori sociali sul documento, il servizio non può essere svolto.
La conferma è arrivata dagli uffici comunali, che hanno inviato alle cooperative una nota emessa dal Responsabile della gestione dei fondi PAC (Piano di Azione e Coesione) e dalla Capo Area dell’assessorato alla Cittadinanza Sociale. «Si sono scontrate la necessità di garantire procedure trasparenti e in linea con la normativa dei contratti pubblici e la necessità di garantire ai cittadini servizi essenziali», ha provato a giustificarsi l’assessora Agnese Ciulla. «Purtroppo gli uffici comunali hanno le mani legate da un quadro normativo che, nato per garantire trasparenza e regolarità degli appalti, rischia di determinare piccoli e grandi disagi ai cittadini fruitori dei servizi».
«Altro che mani legate, qui ci sono precise responsabilità», ribatte Giusi Palermo, «in termini di mancanza di efficienza e programmazione. Il nuovo patto era noto da tempo, non ci si poteva organizzare per evitare la sospensione del servizio? Perché devono sempre essere i più deboli a fare le spese delle gravi mancanze dell’ente pubblico?». Non basta. Nonostante la paralisi e le rassicurazioni del sindaco Leoluca Orlando («Tutti gli Uffici coinvolti stiano operando al meglio e il più velocemente possibile perché questi disagi siano limitati nel tempo»), le cooperative non hanno ancora avuto nessuna notizia sul contenuto del nuovo Patto di accreditamento, né sono state convocate per un incontro chiarificatore. In ballo ci sono 6 milioni del secondo riparto dei fondi destinati dal Piano nazionale (oltre ad 1,8 milioni residui dal primo riparto) proprio per l’assistenza domiciliare a disabili e anziani. Che, nel frattempo, aspettano.
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