Volontariato

Palermo, le associazioni si mettono in rete ed è boom del volontariato

Grazie al progetto Pro.v.a.c.i., promosso da diverse non profit e finanziato da Fondazione Con il Sud, cento giovani diventano volontari per la prima volta dopo un corso di bilanciamento delle competenze. Ad accompagnarli, 83 organizzazioni locali che stanno lavorando in rete su un'innovativa piattaforma web "che ha permesso di dare a chi fosse interessato le informazioni che prima mancavano in città", spiega la project manager dell'ente capofila Per esempio onlus

di Daniele Biella

Riuscire ad avvicinare più di un centinaio di persone al volontariato in una delle città italiane con meno volontari attivi: il progetto Pro.v.a.c.i. (Profili di Volontari in Apprendimento di Competenze per l'Inclusione) a Palermo ha già raggiunto un traguardo di tutto rispetto. Come è stato possibile? “Attraverso l’unione fra associazioni che hanno messo al centro i giovani cittadini, spesso non consapevoli delle possibilità di volontariato. Non per questione di mentalità ma per mancanza di informazione”, spiega Adriana Branni, project manager di Per Esempio onlus, che ha promosso il progetto come capofila assieme agli enti Ascc, Cesie, Libera Palermo contro le mafie, Send, Comune e Università degli Studi di Palermo. L’obiettivo del progetto? Promuovere percorsi di volontariato negli ambiti di povertà educativa e accoglienza dei migranti, temi molto sentiti sul territorio. Sostenuto da Fondazione Con il Sud con un finanziamento di 150mila euro nell’ambito del bando “Con il sud che partecipa”, Pro.v.a.c.i. ha il proprio fiore all’occhiello nella piattaforma online che che fino ad agosto 2018 darà la possibilità ad aspiranti volontari di conoscere le opportunità territoriali e alle organizzazioni locali di mettersi in rete.

“L’idea che si creasse mobilitazione collettiva attorno a una piattaforma virtuale ci ha convinto perché ci sembrava innovativa, e il risultato c’è stato”, spiega Roberta Lostumbo, componente dell’area Attività istituzionale della Fondazione Con il Sud. Pro.v.a.c.i. è stato uno dei 30 vincitori del bando, per il quale sono state presentate addirittura un migliaio di progetti. Oggi sono ben 83 gli enti in rete mentre le persone che ad oggi hanno mostrato interesse per lo svolgimento di attività di volontariato sono 121: “soprattutto studenti e giovani, con un’età spesso compresa tra i 23 e i 30 anni e un equa distribuzione tra maschi e femmine”, continua Branni di Per Esempio onlus. Il primo ciclo formativo di novembre ha avuto il pieno di iscrizioni e così si prevede anche per il secondo e il terzo, in programma a gennaio e febbraio 2018. “Il corso iniziale di orientamento, formazione e bilanciamento delle competenze è il primo passo per entrare nel tema. Una volta terminato, ogni persona proverà per tre mesi l’esperienza di volontariato in una delle associazioni partner”, sottolinea la project manager di Per esempio onlus.


Il passo successivo potrà essere la fidelizzazione all’ente presso cui si va a fare volontariato, nello stesso tempo in cui la persona apporta senso al proprio percorso di vita: “molti giovani non conoscono il territorio, compresi gli universitari che studiano psicologia o scienze dell’educazione, e quindi si trovano a non sapere nemmeno a chi chiedere al momento di fare tirocinio”, illustra Branni. “Per questo la rete che si è creata con Pro.v.a.c.i oggi riesce a migliorare questa situazione in modo incisivo”. Risolvendo anche un altro aspetto legato al mondo del volontariato: “spesso ci siamo resi contro che i volontari fanno attività associative spinti dal buon cuore ma senza competenze e gli enti non sanno come gestirli. In questo caso lavorare assieme ha permesso di promuovere buone prassi di tutoraggio e accompagnamento per un percorso di crescita sia per i volontari, vecchi e nuovi, sia per le stesse associazioni”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.