Formazione

Palermo: bambino senza casa scrive al Papa

Il piccolo, insieme ad un'altra decina di persone, qualche giorno fa aveva occupato la cattedrale di Palermo per chiedere un tetto

di Paolo Manzo

”Caro Papa, sono Francesco, ho 12 anni e sono un bambino che non capisce perché non posso avere una casa”. Inizia così la lettera che un bambino di Palermo, Francesco, ha inviato oggi al Santo Padre per chiedere un aiuto. Il piccolo, insieme ad un’altra decina di persone, qualche giorno fa aveva occupato la cattedrale di Palermo per chiedere un tetto. Gli sfrattati erano stati sistemati temporaneamente in alcune case popolari di Cerda, a una cinquantina di chilometri da Palermo. Adesso, però, Francesco e gli altri senza tetto chiedono una casa definitiva. ”Abbiamo vissuto per 18 mesi in una stanza d’albergo -scrive ancora Francesco nella sua lettera al Papa- e non so perché un giorno ci hanno buttato fuori e così dallo scorso 5 giugno mi sono ritrovato a vivere giorno e notte nella cattedrale di Palermo. Lì ho conosciuto altri bambini che come me non hanno una casa dove stare”. Nella lettera, Francesco, a un certo punto, si fa sostituire da ”un’amica” che spiega al Santo Padre la situazione in cui versa il piccolo insieme ad altre 22 famiglie palermitane che hanno costituito un comitato di lotta per la casa promuovendo una serie di manifestazioni. Un’altra lettera è stata inviata, questa volta a firma di tutto il comitato ‘Lotta per la casa’ al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. ”Caro presidente -si legge- questa è la seconda lettera che le scriviamo”. E anche questa volta le famiglie sfrattate che hanno occupato per 15 giorni la cattedrale spiegano in poco meno di due pagine la loro odissea al capo dello Stato. I senza tetto parlano di ”confino a Cerda”. ”Ci chiediamo -scrivono- come mai lo stesso meccanismo attuato a Cerda non possa essere messo in atto nel territorio della nostra citta”’. ”Ci rivolgiamo ancora una volta a lei -scrivono- perché abbiamo saputo che arrivando a Palermo il 21 giugno ha chiesto nostre notizie. Ci aiuti, -conclude l’appello a Ciampi- abbiamo l’unica colpa di essere più sfortunati di altri di non poter dare neanche un tetto ai nostri figli, di vivere in una terra in cui spesso imperano prepotenza e arroganza”.


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