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Palazzini: Vogliamo un altro tipo di servizio civile
"Di quantità molto più elevata e di respiro europeo, è l'unico antidoto alla crisi attuale": la proposta del presidente di Arci servizio civile è nell'introduzione (che pubblichiamo) al IX Rapporto annuale dell'ente, presentato oggi a Roma alla presenza del Capo dipartimento dell'Unsc che ha confermato "l'uscita imminente del bando, il 4 o l'8 ottobre"
Quella che si può leggere qui sotto è l'introduzione curata da Licio Palazzini, presidente di Asc-Arci servizio civile, al IX Rapporto annuale dell'ente, presentato oggi a Roma.
Questo IX Rapporto Annuale che presenta i risultati delle attività messe in moto dai progetti di Servizio Civile Nazionale (SCN) del bando del settembre 2011, avviatisi a maggio 2012, continua a muoversi nel contesto socio economico del precedente Rapporto, e cioè nell’anno sesto di quella che Stiglitz ha chiamato “la Grande recessione”[1].
Mentre tutto questo sta accadendo novità sono emerse sul terreno della difesa del Paese. Con la legge 31 Dicembre 2012, c. 244 “Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia” si è avviata una ristrutturazione delle Forze Armate che prevede, fra le altre cose, il taglio del personale per poter investire le risorse liberate in sistemi d’arma e addestramento, con un meccanismo di stabilizzazione pluriennale della percentuale di risorse statali dedicate alla difesa armata. E’ interessante che sia stato il Ministro della Difesa del successivo Governo a chiedere un confronto aperto alle componenti della società italiana sulla natura delle minacce e le conseguenti risposte.
Nel frattempo si è ancora di più indurita la dimensione e durata delle varie forme di disoccupazione, inoccupazione, precarietà nelle varie fasce di età. Nessuno degli indicatori che nel precedente Rapporto avevamo individuato (abbandono ricerca del lavoro, diminuzione tasso di iscrizione all’università, crisi agenzie educative) ha mostrato inversioni di tendenza.
C’è un’inusitata attenzione dei media alle condizioni giovanili, soprattutto nel versante problematico (disoccupazione) ma anche propositivo e l’attuale Governo, assieme alla Commissione Europea hanno assunto la disoccupazione giovanile come terreno prioritario di azione.
Sicuramente si tratta di novità parziali, non risolutive, non fosse altro per le difficoltà della coalizione di governo, ma sarebbe uno sbaglio lasciare ad altri l’interesse , la formulazione di proposte e la richiesta di partecipazione alle azioni messe in campo.
Per questo riteniamo utile far precedere il testo di questo IX Rapporto dall’inquadramento della situazione del SCN.
Nei quindici mesi trascorsi dalla presentazione dell’VIII Rapporto, durante i quali ci sono state le elezioni politiche, l’avvio della XVII Legislatura (la più “giovane” come età media dei parlamentari), l’inedita riconferma del Presidente Napolitano alla carica di Presidente della Repubblica, la costituzione del Governo di Enrico Letta, si è parlato e scritto di servizio civile come non accadeva dal 2001[2] e forse addirittura dal 1989[3] .
Dopo gli inizi del 2012 e il tema dell’apertura o meno del SCN ai cittadini stranieri, con una nuova fiammata agli inizi del 2013 e probabilmente in queste settimane, sono stati pubblicati almeno due libri nei quali si propone il servizio civile obbligatorio[4] e europeo[5], almeno due riviste hanno dedicato speciali al servizio civile[6], nella stessa stampa quotidiana[7] sono usciti articoli sulla stessa lunghezza d’onda, mentre innumerevoli sono i lanci di agenzia[8] e gli articoli pubblicati sulla stampa settimanale specializzata[9].
Se a conclusione della precedente Legislatura c’era stato un importante provvedimento[10] che ha incluso il SCN fra le esperienze di educazione informale e non formale su cui operare per la validazione e certificazione delle competenze, il lavoro parlamentare di questi pochissimi mesi di XVII Legislatura già adesso supera il consuntivo delle due precedenti.
Infatti sono state presentate 11 interrogazioni, una interpellanza, 2 mozioni. Sono state depositate 5 proposte di legge (mentre altre sono preannunciate), sono stati accolti dal Governo tre ordini del giorno e respinte due risoluzioni.
Si tratta di iniziative provenienti da tutti i gruppi parlamentari, con una predominanza del Partito Democratico, della Lega Nord e di Sel.
Inoltre il 31 Luglio scorso l’intergruppo parlamentare del Terzo Settore ha promosso uno specifico incontro sul servizio civile, preceduto l’11 Luglio dalla riunione dell’intergruppo parlamentare pace che ha assunto fra le sue priorità la riforma del SCN.
Al di fuori del Parlamento l’iniziativa più rilevante è partita il 15 Dicembre 2012 da Firenze, dove, in occasione della celebrazione dei 40 anni dall’approvazione della prima legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio, un vasto e differenziato arco di reti di associazioni[11] ha dato vita all’Alleanza per il futuro del Servizio Civile, unendo in un solo documento la riconferma dell’importanza della nonviolenza e dell’obiezione di coscienza con la presentazione di precise proposte per un nuovo servizio civile per tutti coloro che chiedono di farlo.
Questa iniziativa ha avuto seguito con la raccolta di adesioni fra i candidati alle elezioni politiche[12], molti dei quali sono stati poi eletti[13].
Successivamente Caritas Italiana[14], Forum Nazionale dei Giovani[15], Salesiani[16], Forum del Servizio Civile[17], Aisec[18] hanno promosso iniziative sia sull’obiezione di coscienza che sul servizio civile.
A livello internazionale ASC ha dato vita a Bruxelles alla Piattaforma per il Servizio Civile Europeo, costituita da Unis Citè per la Francia, Plateforme per il Belgio, Rote Kreuz dell’Anhalt per la Germania e ASC per l’Italia.
Ma anche fuori dal mondo del servizio civile si sono attivate interessanti iniziative, a cominciare dagli incontri promosso da Arel[19].
Da più parti si è sollecitata un’esplicita connessione tra servizio civile e provvedimenti a favore dell’inserimento sociale dei giovani, a cominciare dal Programma Youth Guarantee, nell’ambito generale della transizione giovanile fra scuola e responsabilità dell’età adulta.
A questi elementi di contenuto si aggiungono le decisioni del Ministro Riccardi a Giugno 1012 di devolvere al fondo del SCN 50 milioni straordinari e della Ministra Idem, nel suo breve incarico, di devolverne altri 16. E’ poi recentissimo l’ulteriore stanziamento sul 2013 di 1,5 milioni di euro e sul 2014 di 10 milioni[20].
Verrebbe voglia di dire che il SCN goda di ottima salute.
Al contrario, per effetto delle decisioni del Governo Berlusconi con i drastici tagli alle dotazioni finanziarie anno dopo anno, nel 2012 non c’è stato nessun bando per permettere ai giovani italiani di partecipare al SCN, i giovani selezionati nel 2011 sono stati costretti a iniziare la loro esperienza fra Gennaio e Ottobre 2012 con un meccanismo da esercito di leva (gli scaglioni), è rimasta al palo ogni riforma legislativa dell’Istituto.
A questi indebolimenti storici si sono aggiunte difficoltà gestionali durante il Governo Monti e l’attuale Governo.
La riforma dell’organizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, consistita principalmente nell’unificazione fra il Dipartimento delle Politiche Giovanili e l’Ufficio nazionale per il servizio civile con al creazione del Dipartimento Gioventù e SCN attuata nell’estate del 2012, oltre a sollevare critiche teoriche perché il servizio civile non si sovrapppone e non si esaurisce nelle politiche giovanili, ha appesantito l’azione gestionale con la collegata nomina di un nuovo Capo Dipartimento, dopo che il precedente aveva appena iniziato a svolgere il suo incarico.
La Consulta Nazionale del Servizio Civile, superficialmente abolita con il Decreto Spending Review dell’Agosto 2012 e nuovamente prevista per via legislativa a Dicembre dello stesso anno è stata di fatto inattiva da Ottobre 2012 a Giugno 2013, quando con due sedute è stato possibile procedere alla elezione del suo Presidente e iniziare l’esame delle materie sottoposte dal Dipartimento.
La riapertura dell’accreditamento, annunciata già a Novembre 2012[21] sta partendo adesso, ingenerando un processo operativo che vedrà, in assenza di cambi di strategia, nuove partenze dei giovani nei primi mesi del 2015!
Il nuovo criterio contabile usato dal Dipartimento per stabilire il contingente numerico produce, se abbiamo capito bene, un abbassamento del numero degli avvii possibili con il bando del 2013 e lo spostamento al 2015 dell’impiego delle risorse finanziarie 2014.
Rischia di consolidarsi, sotto la dizione SCN, una realtà multiforme e contradditoria[22] fra albo nazionale e albi regionali e fra questi ultimi, riproducendo situazioni denunciate ad esempio sull’apprendistato e sui tirocinii oppure sulla certificazione delle competenze[23].
Il progressivo rinvio della pubblicazione del bando 2013 è l’ultima delle manifestazioni di questa situazione.
Sul concorso che le Regioni e PA possono portare alla qualificazione e consolidamento del SCN non servono atteggiamenti manichei, ma serve esaminare freddamente pregi e limiti di un meccanismo che, pensato per un SCN di 80.000 persone, oggi ne gestisce poco più di 15.000, indebolito alla fonte dal non risolto conflitto di visione dell’istituto fra lo Stato e le Regioni. La Cnesc già dal 2010 ha avanzato precise proposte per riorganizzare le funzioni fra Stato e Regioni e PA. Queste, anche se in modo ufficioso, ne hanno avanzate altre ben diverse.
Il Ministro delegato, sentito il Dipartimento, è chiamato a svolgere la sua funzione di facilitazione, di impulso, di governo e vivamente speriamo che nelle prossime settimane questo percorso possa avviarsi.
L’inerzia nell’iniziativa governativa sulla possibile apertura del SCN agli stranieri sta mettendo l’intero sistema del SCN a rischio di ennesimo stop. ASC, come la CNESC e la Consulta Nazionale e il Forum del Servizio Civile, hanno ripetutamente messo in guardia e chiesto una o più iniziative per governare questo delicato nodo.
Adesso ci troviamo all’avvio della discussione della legge di stabilità 2014-2016 e di importanti provvedimenti che riguardano i giovani e il loro ingresso nell’età adulta, a cominciare dall’occupazione.
Si gioca nei prossimi mesi la persistenza e il futuro del SCN, oramai scivolato sotto la linea di galleggiamento.
Il vivace dibattito culturale al quale facevamo cenno in apertura ha enucleato un rilevante punto di convergenza. Tutti sono d’accordo nel dire che in questa fase serve un servizio civile di scala quantitativa incommensurabile con quella attuale, per realizzare la partecipazione di tutte le fasce giovanili, per avere un impatto vero sulle missioni che gli vengono affidate, per pesare nel coinvolgimento dell’Unione Europea per un servizio civile continentale, come dice Michele Serra “obbligatorio o volontario che sia”[24]
Nello stesso tempo, però, emergono proposte diverse sul suo finanziamento. Oggi il bilancio statale si fa carico del costo per la struttura burocratica centrale e in parte delle regioni e PA, con un tetto previsto dalla legge del 5% di risorse annuali destinabili a questa voce. La gran parte del finanziamento statale, ben oltre il 90% serve per l’assegno mensile per i giovani e per questa voce nel passato ci sono state piccole integrazioni dai bilanci delle Regioni e PA o di singole organizzazioni.[25]
A questi fondi vanno aggiunti gli investimenti fatti dalle singole organizzazioni per le attività e il personale richieste dalla realizzazione del SCN. ASC e organizzazioni di base, come si potrà approfondire nel terzo capitolo, sostengono costi diretti e indiretti per quasi 5.500,00 euro a giovane in SCN a fronte dei poco meno di 6.000,00 euro dello Stato.
Questo trend, che ha fatto si che dai 3.500,00 euro procapite del 2009 si sia passati ai quasi 5.500,00 euro odierni rischia di introdurre anche dal versante degli enti la disuguaglianza nel SCN. Infatti per alcune tipologie di organizzazioni, pubbliche e senza scopo di lucro, pur fra molte difficoltà, l’investimento diretto di proprie risorse è valutato sostenibile perché significa un abbattimento o contenimento di altre voci di costo[26]; ma per altre organizzazioni significa l’uscita dal SCN.
Altre esperienze[27] che pure si propongono in linea con il servizio civile per tutti, affrontano il tema del cofinanziamento da parte degli enti o dei privati rovesciandone i termini: gli enti sono i principali finanziatori, facendosi carico dei costi per l’assegno mensile dei giovani e il pubblico si limita ai costi assicurativi e di previdenza. A nostro avviso questo non è servizio civile.
Ma tutti questi nodi sono anacronistici se non viene stabilizzato l’attuale SCN con un contingente annuo che già dal 2014 abbia risorse per avviare 40.000 persone e se non viene rivisto l’impianto gestionale. Queste due misure farebbero già parte del processo di riforma per un nuovo servizio civile per tutti coloro che chiedono di farlo, a cui sommare l’effettivo inserimento del SCN nelle procedure per la certificazione delle competenze dei giovani e l’apertura agli stranieri della partecipazione al SCN.
[1] J. E. Stiglitz, “Il prezzo della disuguaglianza”, Einaudi, 2013
[2] Anno di istituzione del Servizio Civile Nazionale
[3] Quando con una Sentenza la Corte Costituzionale impose la pari durata fra servizio militare e servizio civile degli obiettori
[4] P. Carniti “La risacca”, p. 121 e p. 136, Altrimedia, 2013 e M. Renzi “Oltre la rottamazione”, p. 87 Mondadori, 2013
[5] M. Renzi “Oltre la rottamazione”, p. 111 Mondadori, 2013
[6] Reset “Europa in crisi, il servizio civile ti salverà”, Dossier 141, Marzo 2013 , Left “Servizio civile ultima chiamata”, 3 Agosto 2013
[7] N. Cacace “Quattro misure immediate per i giovani senza lavoro”, Unità 13 Luglio 2013 e M. Serra “Perché insisto sul servizio civile obbligatorio”, Il Venerdì di repubblica, 9 Agosto 2013
[8] Vedi Redattore Sociale e esseciblog
[9] Vedi Vita.it
[10] Legge 28 Giugno 2012, n. 92
[11] Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Forum Permanente del Terzo Settore, Movimento Nonviolento, Forum Nazionale Giovani, Forum del Servizio Civile, Sbilanciamoci, Tavola della Pace, MIR
[12] Vedi www.cnesc.it per il testo dell’appello
[13] Vedi www.cnesc.it elenco firmatari
[14] Roma, 26 Gennaio 2013 Convegno Dall’obiezione di coscienza alla coscienza dell’obiezione
[15] Milano, 12 Marzo 2013 Proposta 2013
[16] Ispettorie Salesiane
[17] Roma 16 Luglio Convegno
[18] Abano Terme, 24 Agosto 2013 Quale futuro per il servizio civile
[19] Roma, 9 Aprile 2013,”Una porta aperta sul mondo del lavoro”, Roma, 26 Giugno 2013 “Un modello di riforma del servizio civile”, Arel
[20] Legge 9 Agosto 2013, n.99
[21] Vedi intervento capo Dipartimento Gioventù e SCN alla XIV Assemblea di ASC, Roma, 28-29 Novembre 2012
[22] Vedi studio sulle graduatorie del bando Settembre 2011
[23] Vedi ad esempio “”E’ scoppiata la guerra degli stage”, La Stampa, p. 35 del 23 Settembre 2013 e “L’apprendistato? Corsa ad ostacoli. Ecco i dodici blocchi antigiovani”, Corriere della Sera, p. 39 Corriere della Sera
[24] vedi intervista a Vita del Settembre 2013
[25] vedi studio sulle graduatorie del Settembre 2011
[26] Vedi intervista al rappresentante ANCI Vita Settembre 2013
[27] Vedi SC TRENTINO
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