Mondo
Pakistan, quasi 400 bambini morti a causa delle inondazioni
16 milioni di bambini sono stati colpiti; 3,4 milioni di loro hanno bisogno di assistenza umanitaria. «Stimiamo che 16 milioni di bambini siano stati colpiti e che 3,4 milioni di essi abbiano bisogno di assistenza umanitaria. La situazione non potrà che continuare a peggiorare, visto che in alcune zone del Paese l'inverno è ormai alle porte, a sole 8 settimane», ha dichiarato Abdullah Fadil, rappresentate Unicef nel Paese
di Redazione
«Nelle ultime settimane, le piogge torrenziali monsoniche hanno battuto un record secolare e hanno riversato in alcune province una quantità di pioggia più che quintuplicata rispetto alla media trentennale, uccidendo più di 1.200 persone, tra cui circa 400 bambini, spazzando via o danneggiando oltre 1,1 milioni di case e distruggendo le infrastrutture vitali su cui i bambini fanno affidamento per accedere ai servizi essenziali, come scuole e ospedali», ha dichiarato Abdullah Fadil, rappresentate Unicef del Pakistan, durante la conferenza stampa tenutasi oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. «Almeno 18.000 scuole sono state danneggiate o distrutte in tutto il Paese a causa delle inondazioni. Stimiamo che 16 milioni di bambini siano stati colpiti e che 3,4 milioni di essi abbiano bisogno di assistenza umanitaria. La situazione non potrà che continuare a peggiorare, visto che in alcune zone del Paese l’inverno è ormai alle porte, a sole 8 settimane.
Ogni emergenza come questa rischia di aumentare i rischi di protezione per i bambini, minando la resilienza e il benessere psicosociale dei bambini e dei loro genitori, con conseguente difficoltà per molti di loro. I bambini sono esposti a un’ampia serie di nuovi rischi e pericoli fisici legati alle inondazioni, tra cui il danneggiamento degli edifici, l’annegamento nelle acque alluvionali e i serpenti. I bambini con disabilità subiscono una maggiore vulnerabilità a causa dell’interruzione dell’accesso ai servizi essenziali. Con l’elevato numero di famiglie sfollate, dobbiamo assicurarci che i bambini che vengono separati dai genitori o da chi se ne prende cura siano identificati, protetti e infine riuniti alle loro famiglie».
Il rischio di rapida diffusione di malattie mortali trasmesse dall’acqua è alto: diarrea, colera, dengue, malaria. Senza servizi igienici adeguati, le comunità sono sempre più costrette a ricorrere alla defecazione a cielo aperto, con un rischio elevato di contrarre malattie.
«Le operazioni di soccorso e salvataggio», ha continuato, «sono ancora estremamente difficili da portare a termine: circa 160 ponti e 5.000 chilometri di strade sono stati distrutti o danneggiati, 3,5 milioni di acri di colture sono stati colpiti e circa 800.000 capi di bestiame sono andati persi. Tuttavia, gli sforzi di salvataggio e di soccorso sono indispensabili e l’UNICEF sta distribuendo forniture umanitarie in tutte le province colpite.
Per quanto riguarda la risposta dell’UNICEF, abbiamo già consegnato aiuti e forniture di emergenza immediata per un valore di oltre 2 milioni di dollari, tra cui acqua potabile, compresse per la depurazione dell’acqua, kit per l’igiene, medicinali, vaccini, alimenti terapeutici per bambini, donne in stato di gravidanza e allattamento e zanzariere.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, ci proponiamo di raggiungere innanzitutto i bambini e le famiglie con attrezzature mediche salvavita, medicinali essenziali, vaccini e kit per il parto sicuro, acqua potabile e compresse per la depurazione dell’acqua, nonché forniture igieniche, per la nutrizione e zanzariere. Vogliamo anche aiutare i bambini a riprendere l’apprendimento e sosterremo il governo per ristabilire i servizi critici per i bambini il prima possibile.
Per poterlo fare, nell’ambito del Flash Appeal delle Nazioni Unite di 160 milioni di dollari per sostenere la risposta alle inondazioni guidata dal governo pakistano, l’UNICEF ha lanciato un appello di 37 milioni di dollari per raggiungere circa 3,4 milioni di bambini che necessitano di aiuti salvavita».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.