Non profit
Pagnoncelli: premiata la grande mobilitazione
La pluralità dei soggetti beneficiari ha colmato il gap della scarsa conoscenza dello strumento da parte di contribuenti. Così il patron di Ipsos spiega la differenza tra...
Nando Pagnoncelli, guru dei sondaggi e amministratore delegato di Ipsos, non è affatto stupito. Una risposta simile al 5 per mille era nell?ordine delle cose. E lo spiega ragionando innanzitutto sulla materia prima del suo lavoro: i numeri.
Vita: Il 60% degli italiani si è servito dello strumento del 5 per mille. L?8 per mille si ferma al 40%. Secondo lei non è una sorpresa. Perché?
Nando Pagnoncelli: Questo dato induce a due riflessioni. La prima è relativa ad una ricerca che facciamo periodicamente chiedendo a un campione di italiani dai 18 anni in su (non si tratta solo di contribuenti, quindi), a quale ente recentemente ha avuto modo di destinare una donazione, escludendo l?elemosina e l?8 per mille. Ne emerge un dato molto alto, che supera il 50% (tra il 50 e il 53%). Al di là del fatto che ci sono modalità diverse per donare, questo significa che un italiano su due, maggiorenne, si pone il problema di fare beneficenza. C?è tutto un mondo che si muove dietro queste donazioni: non solo all?interno dei settori beneficiari ma anche dal punto di vista delle movenze psicologiche, cioè cosa mi induce a donare. C?è stata una forte mobilitazione da parte di tutti i potenziali beneficiari del 5 per mille e questo ha prodotto un livello di conoscenza e consapevolezza molto più elevato rispetto all?8 per mille che a sua volta, per la presenza della Chiesa cattolica è un mondo molto più polarizzato. Viceversa la pluralità dei beneficiari del 5 per mille ha determinato una situazione meno contrapposta e polarizzata.
Vita: C?è il dato sulla ricerca scientifica. L?Airc ad esempio ha fatto la parte del leone…
Pagnoncelli: In realtà quello è un dato diverso. È un po? l?assicurazione sul futuro. L?idea che sta alla base di queste donazioni è che tu investi del denaro oggi per risolvere o contenere un problema domani. È un ragionamento diverso rispetto a chi devolve a organizzazioni non governative, di sviluppo internazionale, comunità che si occupano del recupero dei tossicodipendenti o del reinserimento dei carcerati?
Vita: Il dato sulla ricerca poteva però essere condiviso con le università: così non è stato. C?è un credito di fiducia quindi che il terzo settore ha presso i cittadini.
Pagnoncelli: Se escludiamo le istituzioni di tutela e garanzia (come la presidenza della Repubblica, l?esercito, carabinieri), ai primi posti troviamo le associazioni che si occupano di volontariato, raccolta fondi e così via. Si tratta di una conferma. Abbiamo un monitoraggio di fiducia nelle istituzioni ed organizzazioni sociali: da un po? di tempo questo dato rimane stabilmente alto. E in qualche modo, si contrappone a quello sulla fiducia nelle istituzioni e nelle rappresentanze di interesse.
Vita: Come è possibile, dunque, mantenere e non disperdere questo piccolo capitale di fiducia accumulato?
Pagnoncelli: Prima di tutto facendo crescere la vicinanza rispetto alle iniziative intraprese. La rendicontazione non dev?essere solo economica: questo è un elemento importante di trasparenza. Devono essere resi noti anche i risultati ottenuti per tener sempre vivo il rapporto con la base e riconoscere l?importanza del singolo gesto. D?altra parte, sarebbe utile segmentare un po? di più il settore per aree tematiche. Non è detto, ad esempio, che il cittadino che fa un?offerta per Airc non sia sensibile ad altri tipi di intervento. La sfida potrebbe appunto essere quella di mettere in relazione questi mondi che noi per semplicità raggruppiamo in quello dei donors, ma che in realtà nascondono una serie di specificità e tipologie molto diverse.
Vita: è stato un moto di libertà da parte dei cittadini nei confronti di un fisco troppo centralizzato?
Pagnoncelli: Sì, anche se non mi farei troppe illusioni. Il 5 per mille è un?iniziativa simbolicamente molto positiva e poco impegnativa. Al cittadino viene chiesto di mettere una firma, qualche elemento e così destinare la sua donazione: è un elemento di libertà, ma l?impegno individuale è un?altra cosa.
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