Non profit
Paesi arabi:«Vogliamo indietro i tesori artistici»
E' la richiesta fatta dai governi arabi riuniti al Cairo ai musei occidentali
di Redazione
Si è conclusa con una ”lista dei desideri” la conferenza dei Paesi arabi riuniti al Cairo per chiedere ai musei occidentali di restituire i tesori custoditi soprattutto in Europa e nel Nord America. Nella conferenza di due giorni i rappresentanti di 25 Paesi, molti dei quali sono ex colonie, hanno denunciato il furto della loro eredità artistica. Il responsabile del patrimonio antiquario egiziano, Zahi Hawass, ha detto che sette paesi hanno fatto un elenco del patrimonio artistico che vogliono indietro, mentre gli altri partecipanti alla conferenza hanno un mese di tempo per redarre la lista insieme al proprio governo. ”Ritengo che quella di oggi sia stata una conferenza storica per tutti i Paesi che hanno perso il loro patrimonio – ha detto in una conferenza stampa -. Abbiamo concordato di combattere insieme, l’eredità culturale deve tornare al proprio paese”. Molti dei relitti inclusi nella lista sono attualmente conservati in musei europei o nordamericani. L’Egitto ha chiesto la restituzione di sei elementi, tra cui la stele di Rosetta che si trova nel British Museum e il soffitto dei tempio di Dendara conservato al museo del Louvre. La Siria ha rivendicato cinque relitti, uno dei quali conservato al Louvre, mentre la Libia ha chiesto la statua di Apollo che si trova nel British Museum e una statua di una donna in marmo al Louvre, in base a quanto si legge nella copia della lista diffusa dal Consiglio egiziano supremo delle Antichità. Tra i Paesi che figurano tra i firmatari del documento vi è la Grecia, la Nigeria, il Guatemala e il Peru’. “Stiamo aspettando che gli altri Paesi (che hanno partecipato alla conferenza, ndr) presentino la loro lista dei desideri. A quel punto potremo iniziare la nostra battaglia”, ha spiegato Hawass, sottolineando che ”se hai una statua in un museo non significa che ne sei proprietario. No, quella appertiene a noi”. Hawass ha quindi definito i regolamenti internazionali sulle antichità come “insufficienti”, ma nella conferenza non è stato rivolto un appello per emendare la convenzione delle Nazioni Unite sul furto di oggetti d’arte applicata dopo il 1970. Per giungere a misure drastiche, ha detto il rappresentante egiziano, e’ necessario che i Paesi si riuniscano nuovamente e ”decidano insieme”.
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