Mondo

Paesi africani felici per rincaro petrolio

Crescita del Pil spettacolare in alcuni Paesi africani produttori di petrolio

di Joshua Massarenti

Una crescita a due cifre e vertiginosa: questa la conseguenza più diretta del folle prezzo che ha raggiunto il barile per alcuni Paesi africani, su tutti quelli della zona Cemac (Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale). Basti pensare al Ciad, che quest’anno ha registrato un tasso di crescita mai vista dell’ordine del 38%! A seguire, nuovi eldorado petroliferi, su tutti la Guinea Bissau (+24%). A detta del governatore della Banca centrale degli Stati dell’Africa centrale (Beac), Jean Félix Mamalépot, le prospettive economche per il 2004 “sono molto faverovoli” nei sei Paesi appartenenti alla Cemac, tra cui il Camerun (5%), il Congo-Brazzaville (3,5%), e la Repubblica centrafricana (2,5%). Solo il Gabon, fino a qualche anno fa principale paese esportatore petrolifero della regione, appare in difficoltà (con un tasso di crescita fermo sull’1,5%) per via del progressivo esaurimento delle sue riserve di petrolio. Secondo il presidente della Beac, all’origine della crescita spettacolare di questi Paesi vi è la crescita vertiginosa del barile. Tuttavia, sottolinea Malamépot, il boom del prezzo petrolifero sarebbe stato ancor più favorevoli ai Paesi produttori di petrolio della regione se questi ultimi non avessero firmato i loro contratti di vendita in dollari americani, cioè la principale moneta di vendita di greggio che sta attraversando un periodo infelice. “In futuro” ha detto Malamépot, “i Paesi della Cemac dovrebbero negoziare i loro contratti di vendita con altre monete, come lo yen, la sterlina e l’euro”. Rimande un dubbio, e non dei minori perché chiama in causa le ripercussioni sociali del boom economico dei Paesi dell’Africa centrale: a chi profitterà le ricadute della vendita di greggio in Guinea Bissau & co.? Le condizioni socio economiche disastrose in cui versa le popolazioni civili della Nigeria, principale Paese produttore e esportatore di greggio in Africa, invita a stare in allarme e seguire molto da vicino l’evoluzione sociale e economico dei Paesi della Cemac. Perché lo sviluppo sostenibile non si riduce ad una semplice crescita del Pil a due cifre.


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