Welfare

Paesi a rischio siccità assicurati dal Wfp dell’Onu

Ho sentito parlare di un contratto assicurativo del World Food Programme delle Nazioni Unite sui primi aiuti umanitari. Di cosa si tratta?

di Antonietta Nembri

Ho sentito parlare di un contratto assicurativo del World Food Programme delle Nazioni Unite sui primi aiuti umanitari. In particolare, mi sembra di aver capito che si è fatta un?assicurazione sull?Etiopia. Di cosa si tratta? anna33@hotmail.com Per poter rispondere alla nostra lettrice abbiamo chiesto aiuto a Matteo Cerri, il nostro esperto in assicurazioni, che ci ha aiutato a comprendere questa nuova iniziativa adottata dalle Nazioni Unite e di cui è apparsa notizia sul Financial Times del 6 marzo. In pratica l?Axa Re (che è il riassicuratore, cioè l?anima tecnica e finanziaria del mercato assicurativo) ha vinto una gara per aggiudicarsi la prima polizza nella storia sottoscritta da Unwfp (il Programma alimentare mondiale dell?Onu) con scopi umanitari. «Un?iniziativa soggettivamente eccezionale negli intenti e negli effetti», osserva Matteo Cerri. La premessa necessaria è la considerazione che la siccità nei paesi subsahariani causa morti, distruzione di raccolti, allevamenti, e l?Onu per intervenire attraverso il Wfp ha pochi fondi e, soprattutto, appronta interventi di emergenza quando già la siccità ha fatto vittime e danni. Infine, questi piani di intervento sono spesso sottofinanziati. «L?industria assicurativa, soprattutto per la clientela industriale e agricola di grandi dimensioni, ha un enorme monitoraggio degli eventi atmosferici per cui, per esempio, se non piove per 30 giorni rimborsano il raccolto perso all?agricoltore», spiega Cerri. Cosa si prevede per il Wfp? «Prima si interveniva in ritardo perché si doveva verificare la siccità, bisognava raccogliere i fondi e quindi strutturare gli interventi umanitari», risponde Cerri. «Si sprecavano tempo e denaro e si interveniva in ritardo con perdite di vite umane. Ora dicono: se dopo alcuni giorni e in certi posti non piove è certo che ci sarà una crisi umanitaria per cui saranno necessari un certo numero di dollari. Come Wfp ne abbiamo di meno, ma li investiamo in questa polizza in modo che, se si verificano quelle condizioni, Axa ci finanzia congruamente e in tempo utile». In pratica si risparmiano tempo e soldi ma soprattutto vite umane. «Il fatto che ci sia stata una gara tra compagnie significa che questo rischio non è così temuto e soprattutto che le tecniche assicurative e di gestione rischi, se utilizzate senza pregiudizi, portano a soluzioni interessanti per il mercato e anche per gli scopi umanitari. Questo è davvero interessante», conclude Cerri.


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