Cultura

Padre Pio sottosopra. La sinistra lo ama, la destra…

Chiesa. Un nuovo santo sociale? Maggiolini, vescovo conservatore, attacca il frate appena canonizzato. Invece Bassolino lo esalta.

di Giuseppe Frangi

Chi ama e chi snobba Padre Pio? Attorno al neo santo, canonizzato davanti a un pubblico oceanico, in video e in piazza, il mondo è girato alla rovescia. Ha iniziato Avvenire, il quotidiano cattolico, a tener basso l?evento, che pur, in quanto a audience e a copie, prometteva bene. Poi è arrivato addirittura un vescovo, Alessandro Maggiolini, a dire che secondo lui «gli esami della Chiesa padre Pio non li ha passati». Sorpresa, perché Maggiolini è noto per il piglio conservatore, sempre pronto a difendere le scelte della Chiesa da ogni critica laica. Lo scorso anno fu il più accanito a scagliarsi contro i cattolici new global. Ma ora, su padre Pio, si è fatto sorprendere su posizioni che persino la sinistra ha abbandonato da un pezzo. «Devo confessare in tutta sincerità: non riesco a farmi trasportare», ha detto a Repubblica. E poi, in un crescendo, riguardo ai miracoli: «Occorre stare attenti che non siano delle invenzioni, delle esaltazioni». Neppure le opere del frate lo convincono. «No, no, quella roba lì, le grandi opere, gli ospedali, non mi vanno proprio». Un?acredine che ha richiesto anche un?uscita pubblica di un cardinale, titolare della Congregazione per la causa dei santi, il portoghese Josè Saraiva Martin: «A padre Pio non sono stati fatti sconti», ha detto per rintuzzare le insinuazioni di Maggiolini. Ma le sorprese non finiscono qui. Infatti a sinistra la canonizzazione del frate di Pietrelcina ha suscitato consensi imprevisti. Primo tra tutti quello di Antonio Bassolino, diessino, presidente della regione Campania, e quindi interessato al fenomeno dei pellegrinaggi nel paese natale del santo. Ma l?entusiasmo di Bassolino rivela una devozione sincera. «Quel donarsi agli altri senza riserve esprime sentimenti forti che la politica, spesso, non riesce ad avere e a dare», ha detto al Corriere della Sera. Per Bassolino padre Pio è l?emblema del santo sociale, «perché la sua vicenda umana e spirituale riflette quella più corale dell?interno Mezzogiorno d?Italia». Una lettura convinta quella di Bassolino, che alla fine paragona padre Pio alla figura storica del sindacalismo italiano, Giuseppe Di Vittorio: «Le loro strade s?incrociano nel rispetto della dignità umana». Addirittura enfatico, per restare a sinistra, Valentino Parlato, già direttore del Manifesto. Per lui la canonizzazione è «il più importante evento culturale, in senso antropologico, del nuovo secolo». Vabbè, si dirà, il nuovo secolo è iniziato da poco. Ma Parlato allarga l?arco temporale: «Da vecchio comunista oserei aggiungere che è più importante dell?abbattimento del muro di Berlino». A sinistra Padre Pio trova poi altri simpatizzanti, come Goffredo Fofi, attento, anzi simpatetico all?emergere di tutte le forme di cultura e spiritualità meridionali. E anche Marco Revelli, pur tenendo in sospeso un giudizio più articolato, parla con simpatia di Padre Pio come del «santo di chi non ha altri santi cui votarsi». A rimettere un po? le cose a posto in questa geografia rovesciata ci ha pensato don Gianni Baget Bozzo, che questa volta ha rotto il suo sodalizio ideologico ultra occidentale con Maggiolini. «Padre Pio ha avuto per sé il popolo cattolico, l?ultimo custode della fede, quando papato, vescovi e teologi vacillano».


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