Mondo

Padre Jaeger: per luoghi santi statuto internazionale

È tornato a chiederlo stamane a gran voce dal palco del Meeting di Rimini il portavoce della Custodia di Terra Santa

di Redazione

Uno statuto internazionalmente garantito per i Luoghi santi, dopo l’annus ”terribilis” 2002, caratterizzato”in modo particolare e irripetibile” dalla ”dolorosissima vicenda” dell’assedio alla basilica della Natività a Betlemme. È tornato a chiederlo stamane a gran voce dal palco del Meeting di Rimini il portavoce della Custodia di Terra Santa padre David Jaeger, il 46enne battagliero giurista francescano, israeliano di lingua ed etnia, protagonista dalla fine degli anni ’80 della trattativa per l’allacciamento delle relazioni diplomatiche fra Israele e Santa Sede ottenuto con l’Accordo fondamentale del 30 dicembre 1993 e, nei mesi scorsi, dei rapporti con i media durante l’occupazione che si è conclusa con l’esilio di 13 miliziani palestinesi in Europa (per tre di loro in Italia). Intervenuto al Meeting di Rimini per ”una testimonianza da Betlemme”, padre Jaeger ha annunciato che il prossimo 10 settembre verrà resa pubblica alla Fiera del Levante a Bari una Bozza per lo Statuto internazionalmente garantito per i Luoghi Santi chiesto dalla Santa Sede fin dal 1967 con papa Paolo VI. Una bozza di statuto, ha spiegato, formulato ”a titolo personale, come contributo al processo di formulazione giuridica in corso ”, da un gruppo di studiosi dell’associazione ‘Europe Near East Center’. Nei prossimi mesi verrà inoltre pubblicato dalla casa editrice Ponte alle Grazie la ricostruzione dell’occupazione della basilica ”Diario da Betlemme”, firmata dai giornalisti Marco Innaro e Giuseppe Bonavolontà con il contributo del diario di padre Ibrahim Faltas, fra coloro che per quasi 40 giorni, dal 2 aprile al 9 maggio, subirono l’assedio. ”L’intera vicenda di Betlemme -ha detto padre Jaeger- ha reso più chiara che mai la necessità di una tutela internazionale giuridica ed effettiva per i Luoghi santi, come dichiarato dalle Nazioni Unite nel 1947 e ribadito cinquant’anni dopo dall’Assemblea generale nel 1997. Forse -ha detto- sarebbe stato più facile intervenire nei mesi scorsi anche per la comunità internazionale se si fosse potuto disporre di strumenti giuridici adeguati. Spero che quando riprenderanno i negoziati di pace si faccia attenzione più che in passato a questo aspetto,che non può dipendere unicamente dalle due Nazioni in loco ma che richiede uno strumento giuridico multilaterale con adeguati meccanismi di monitoraggio e di verifica”. ”Del resto -ha detto- ci si domanda spesso quale sia il peso specifico della presenza cristiana in mezzo alle situazioni angosciose, dolorose della Terra Santa. Per me un aspetto fondamentale è che la Chiesa è presente in entrambe le Nazioni. I cristiani non sono una terza parte in causa, ma presenti in entrambe le parti: ci sono vittime cristiane fra israeliani e palestinesi”. Per questo, ha detto, ”l’auspicio è che la Bozza che verrà presentata per la prima volta pubblicamente a Bari offra l’occasione per ricominciare a parlare di tutela giuridica internazionale per i Luoghi santi”. La Santa Sede, com’è noto, chiede da anni non una ”internazionalizzazione” dei Luoghi santi (che mai ha auspicato e che in ogni caso mai accetterebbe) ma uno statuto internazionalmente garantito che non sia modificabili le unilateralmente.


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