Formazione
Padre Bossi, l’eroe anti mediatico
Dopo il rapimento del luglio scorso il missionario accetta di raccontare la sua vita
«Scusate per tutto il casino che ho combinato». Casino? I riflettori sono puntati su padre Giancarlo Bossi quando – dopo che di lui hanno parlato i media di mezzo mondo – torna nella sua Abbiategrasso. E lui come apre il discorso? Se ne mettono a discutere al Tg1 fior di linguisti: «La parola non è proprio elegante, ma se l?ha detta lui, ormai si può dire». Chi conosce bene padre Giancarlo – la sua ritrosia a scrivere, la diffidenza istintiva per tutto ciò che ha che fare con la visibilità – si meraviglierà non poco di vedere un volume a sua firma. A raccogliere i suoi quaranta giorni da sequestrato nelle Filippine, e la notorietà che gli è caduta addosso suo malgrado, è stata la redazione di Mondo e Missione, la rivista di attualità internazionale del Pime, l?istituto a cui padre Bossi appartiene.
«L?uomo del punto e basta» lo chiama nella prefazione il giornalista che l?ha intervistato, Gerolamo Fazzini. Con quella sua espressione, «punto e basta», ripetuta più volte durante le conversazioni da cui sono nate le pagine del libro (in uscita l?8 ottobre) padre Bossi ha suggellato racconti di missione e ricordi personali, ha buttato lì frasi tanto lapidarie quanto provocatorie, ha chiuso – come improvvise rasoiate – analisi e ragionamenti. «C?è tutta la concretezza tipicamente lombarda in quelle parole, c?è il pragmatismo del contadino, figlio di contadini, avvezzo all?essenzialità, l?allergia ai ragionamenti troppo complicati, ai distinguo troppo sottili». Il contrario della polemica e della verbosità che si è alimentata intorno al suo caso. Eppure il libro nato da una testimone ritroso è una miniera di spunti: sui giovani, sul perdono, sull?Islam, sull?umanità di certi incontri (spassoso il racconto di Pino Scaccia, l?inviato del Tg1, riportato in chiusura del libro). A leggere lo stile di padre Bossi viene in mente un dialogo di È mezzanotte dottor Schweitzer, un classico di Gilbert Cesbron: «Fra tutti i missionari, tu sei quello che conta meno conversioni al suo attivo. E dunque?», dice il comandante Hervé Lieuvin a padre Carlo de Ferrier. E il religioso risponde: «Fraternizzo? Non insegno loro nulla, provo che stiamo tutti figli in Dio».
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