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Padova: una mostra del Cuamm sull’Etiopia
L'esposizione presenterà il reportage fotografico che Enrico Bossan ha realizzato in questo paese tra la fine di aprile e l'inizio di maggio
Si apre a Padova il 19 maggio prossimo la mostra fotografica a colori che il Cuamm – Medici con l’Africa, in collaborazione con la Basilica del Santo, dedica all’Etiopia.
L’esposizione presenterà il reportage fotografico che Enrico Bossan ha realizzato in questo paese tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Sarà un doppio percorso, una linea rivolta alla vita e società etiope, una alla sua realtà sanitaria. L’injera è il cibo base dell’Etiopia, al quarto posto tra i popoli più poveri del mondo. E’ una sorta di grande focaccia bucherellata fatta di teff, un cereale che viene impastato con acqua e sale. L’uomo all’inizio del pasto afferra con le dita della mano destra l’injera, vi arrotola una salsa piccante e rossa, porta il boccone alla bocca di un altro membro della famiglia o dell’ospite. Un rituale che diventa segno di affetto tra i convitati e di partecipazione al pasto comune. Injera, parola simbolica e concreta al tempo stesso, scelta per dare il titolo alla mostra proprio per la forza del suo significato. L’injera rappresenta la condivisione, la possibilità di tutti di accedere al cibo, e il principio dell’accesso è al centro dell’azione del Cuamm: accesso di tutti alla salute, ai servizi, ai farmaci. Un diritto negato in Africa.
Molti sono i progetti che il Cuamm sta sviluppando in Etiopia, promuovendo il sostegno ad interventi già avviati (l’ospedale di Wolisso, la maternità di Geto e Dubbo) e avviando nuove dimensioni del servizio: il lavoro sul territorio di Wolisso con interventi di sanità pubblica e l’estensione dell’intervento a Makallé, dedicato alla riabilitazione e al problema della disabilità. La formazione di personale in loco e il potenziamento dei servizi materno-infantili sono le due linee di sviluppo a cui la Ong in Etiopia ha dedicato una particolare attenzione.
La mostra sarà l’occasione per compiere una riflessione sulla realtà sanitaria di questo paese, che con i suoi 66 milioni di abitanti rappresenta tutte le dinamiche sanitarie e sociali del continente africano.
Alcuni dati sull’Etiopia: 66 milioni di abitanti, il 17% della popolazione vive nelle aree urbane, il 31% vive con meno di un dollaro al mese, il debito estero è di $173 procapite. Esportazioni: $ 494 milioni, importazioni $ 1.492 milioni. L’aspettativa di vita alla nascita è di 43 anni. Il 30% dei bambini sotto un anno a causa della malnutrizione ha medie o gravi forme di ritardo nella crescita, solo il 50% è registrato all’anagrafe. Il più alto tasso di mortalità si registra nei primi cinque anni di vita: tubercolosi, malaria, diarrea, morbillo, Aids. La media nazionale registra 1 ospedale ogni 700.000 abitanti, 1 letto ogni 400.000, anche se la realtà evidenzia una situazione ben più carente. Si calcola che negli ultimi vent’anni più di un milione di etiopi siano morti di inedia e un altro milione si sia rifugiato nei paesi vicini.
Per ulteriori informazioni sui progetti e materiale, anche fotografico, contattare Cuamm, via San Francesco 126, Padova,
tel. 049.8751279, fax 049.8754738
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