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PACIFISMO. Pax Christi spaccata, congresso infuocato

Tensione interne accentuate dalle dimissioni del coordinatore: lo scrive l'agenzia Adista

di Gabriella Meroni

C’è poca pace per l’associazione pacifista Pax Christi, che andrà a congresso dal 24 al 26 aprile a Cervia. Un congresso decisivo, vista la situazione di tensione e spaccatura che l’organizzazione vive da qualche mese, precisamente da settembre, quando il coordinatore don Fabio Corazzina diede le dimissioni solo ufficialmente per «motivi familiari».

Il punto della situazione lo fa l’agenzia di informazione religiosa Adista (www.adistaonline.it) in un lungo articolo sulla crisi di Pax Christi, che secondo l’agenzia appare « spaccata in due» poiché esistono «due diverse linee ecclesiali-politiche e, di conseguenza, due diverse idee di movimento che non sembrano sintetizzabili in un unico documento congressuale. Molto probabilmente», continua l’Adista, «per la prima volta nella storia recente di Pax Christi Italia, si arriverà al congresso con tesi contrapposte». La linea che passerà sarà quella da seguire nei prossimi quattro anni: nel corso del congresso infatti gli iscritti al movimento dovranno eleggere il nuovo Consiglio nazionale e i coordinatori interregionali.

«La partita non è irrilevante», nota l’Adista «perché la posta in gioco è l’identità stessa di Pax Christi», indecisa tra un movimento che scelga una linea educativo-pastorale, come gradirebbe la Cei, o un movimento più militante sul versante sociale e politico, come avvenne per esempio ai tempi del G8 di Genova del 2001, quando Pax Christi fu in prima linea nelle mobilitazioni. Detonatore dele contraddizioni è stata a settembre la decisione del coordinatore don Fabio Corazzina di dimettersi dall’incarico e anche da consigliere nazionale. Dimissioni dettate «non da dissapori o contrasti personali, quanto dalla presa d’atto dell’impossibilità di trovare una sintesi all’interno di un Consiglio nazionale diviso», tanto è vero che lo stesso don Corazzina scrisse nella sua lettera di dimissioni che «non è facile coordinare chi non vuole farsi coordinare».

Le prossime settimane saranno decisive. Alla fine di gennaio, infatti, si riunirà il Consiglio Nazionale di Pax Christi, che dovrebbe aver ricevuto le “osservazioni” degli iscritti per elaborare le “tesi congressuali”.  Presidente di Pax Christi Italia resterà mons. Tommaso Valentinetti, il cui secondo mandato scadrà nel 2010. A designare il suo successore provvederà la Cei, scegliendo da una terna di nomi proposta dal Consiglio Nazionale. 

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