Cultura

Pace, le tre sfide della Chiesa

Il cardinal Ruini, presidente della Cei, le riassume così: educazione alla pace, coscienza della pace e etica della pace

di Redazione

Sul tema della pace la chiesa cattolica ha di fronte tre sfide: concretizzare la mobilitazione per la pace in educazione alla pace, evitandone l’inquinamento da parte di logiche si scontro; dilatare a livello mondiale la coscienza del valore della pace; tradurre in termini politicamente efficaci l’istanza etica della pace. Ad affermarlo, in estrema sintesi, e’ il presidente della Cei, Cardinale Camillo Ruini, che a questo tema ha dedicato la parte finale del suo intervento di apertura a V Forum del Progetto Culturale ”Di generazione in generazione. La difficile costruzione del futuro”, oggi a Roma. ”Un tema sul quale si e’ registrato in questi anni un progresso assai significativo nella coscienza morale di molti popoli, e in particolare delle giovani generazioni, e’ quello del valore e dell’importanza della pace e del sempre più diffuso e convinto rifiuto della guerra come strumento per regolare le controversie tra le nazioni: proprio la dura esperienza dell’attuale conflitto in Iraq offre di questo progresso una conferma di grandissima portata”, esordisce il cardinal Ruini, ricordando che ”sono sotto gli occhi di tutti lo straordinario contributo che al medesimo progresso viene dato dal Papa, come anche la vastissima e attiva adesione che la sua testimonianza trova tra i cattolici, e piu’ ampiamente tra i cristiani, a tutte le latitudini”. Ma ”tutto questo pero’ non deve farci dimenticare tre sfide assai impegnative che stanno davanti a noi -ammonisce il presidente della Cei- la prima di esse e’ quella del discernimento, affinche’ la mobilitazione per la pace sia autentica e si concretizzi in una vera educazione alla pace: non venga quindi confusa con finalita’ e interessi assai diversi, o inquinata da logiche che in realta’ sono di scontro. ”La seconda sfida riguarda -prosegue il cardinal Ruini- la dilatazione a livello mondiale della coscienza del grandissimo valore della pace. Sono molti infatti e assai rilevanti i fattori, storici e culturali, per i quali questa coscienza, oggi molto radicata tra i popoli europei, non appare altrettanto presente in varie altre regioni del mondo, ed anzi risulta spesso soverchiata da sentimenti di ben diverso segno. Nell’attuale mondo ‘globalizzato’, nel quale le diverse civilta’ e culture sono poste a sempre più stretto contatto, sembra pero’ ben difficile ipotizzare che una mentalita’ di pace possa affermarsi in maniera durevole ed efficace senza avere un’espansione universale”. La terza sfida indicata dal presidente della Cei riguarda ”il passaggio dall’etica alla politica, ossia la traduzione in termini politicamente efficaci dell’istanza etica della pace. Questo passaggio dovrebbe avere dalla propria parte il volgere del tempo, perche’ sia l’aumento degli scambi e dell’interdipendenza sia la minaccia sempre piu’ grave rappresentata dalla crescente disponibilita’ di armi di distruzione di massa spingono verso laricerca di assetti di pace”. ”Ma il tempo passerebbe invano, ed anzi potrebbe riservare le piu’ terribili sorprese, se non si ponesse mano -avverte il cardinal Ruini- a costruire e a rafforzare, a rendere piu’ autorevoli e concretamente efficaci le strutture e le istituzioni che possono assicurare un giusto ordine mondiale, come anzitutto le Nazioni Unite. Si tratta cioe’ di percorrere un cammino storico, come tale non astratto ma aderente alla realta’, nel quale si fanno man mano i passi concretamente possibili e che proprio cosi’ puo’arrivare a risultati oggi apparentemente utopici. In questo cammino il cristianesimo puo’ e deve svolgere un ruolo fondamentale, perche’ il compito di essere promotrice di fraternita’ e di pace, senza frontiere, corrisponde all’indole propria e all’evento fondante e generatore della fede cristiana: Gesu’ Cristo e il suo Vangelo. ”L’Enciclica Pacem in terris indica i quattro pilastri della verita’, della giustizia, dell’amore e della liberta’ che sembrano davvero rappresentare, anche sul piano storico, le basi per la costruzione di una positiva e pacifica convivenza tra le nazioni e all’interno di ciascuna nazione. In questa ottica della capacita’ della fede cristiana di orientare e plasmare il futuro, vorrei accennare, per concludere e tornando all’Italia, alla ‘vexata quaestio’ dei cattolici come minoranza: lo sono certamente coloro che assumono la fede, e la trasmissione della fede, come criterio primario della propria esistenza, ma nella situazione sociale e culturale di oggi diventano chiaramente sempre piu’ determinanti -conclude il presidente della Cei- il peso e la capacita’ di influsso di minoranze che siano davvero consapevoli di se stesse”.


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