Welfare
pace con la droga l’ultima follia della politica
Le conseguenze della fine dell'era della lotta alle sostanze
di Redazione
La logica di oggi è quella della “riduzione del danno politico”. Con l’obiettivo condiviso di non svegliare contraddizioni all’interno
dei due schieramenti di maggioranza e opposizione. Risultato? La smobilitazione delle politiche di contrasto
e la parallela riduzione degli investimenti Nel nostro Paese l’idea della “guerra alla droga” si è stemperata nel tempo ma, sebbene molte cose siano cambiate, le guerre producono molta retorica di schieramento che rimane nella memoria. Poco per volta, infatti, chi è estraneo all’uso di sostanze si è fatto una idea molto particolare, in senso negativo, di chi ha questo problema e, addirittura, di chi lo cura. Così, senza una ragione logica apparente, ci sono persone che collocano automaticamente il “drogato” ed i Servizi Tossicodipendenze più nel campo dei nemici che in quello degli alleati.
D’altra parte in Italia c’è una questione, relativa alla diffusione di droghe, di cui non si parla ma che prima o poi affiorerà con prepotenza. Con il passare del tempo le droghe in commercio sono diventate tante ed alla portata di tutti. Le usano anche persone che, per il resto, conducono una vita assolutamente integrata: non più devianza ma una sorta di doping della vita quotidiana.
Il rischio, per il nostro Paese, è quello di “seppellire”, di conseguenza, la questione droga, operando una sorta di “riduzione del danno politico” all’interno di coalizioni dove le opinioni contrapposte sono ormai trasversali. Ci sono già molti segnali in questo senso. Se così fosse, ancora una volta, i bisogni reali della gente rischierebbero di non trovare risposta. Anche ieri due genitori piangevano, davanti a me, perché la figlia si droga. Non sono persone che non avendo capito l’evoluzione del mondo non sono tolleranti ma, piuttosto, persone che amano la figlia e non riescono ad accettare le trasformazioni negative che osservano in lei. La droga è entrata nella loro vita e ne ha interrotto il percorso e lo sviluppo, come fa una malattia grave.
Eppure oggi ci sono tanti genitori che piangono esattamente come trent’anni fa e, forse, più di allora: sono pianti di rabbia, di disperazione, di impotenza e di dolore. Non sono da sottovalutare. Il mondo cambia di continuo nei confronti dell’uso di droghe, ma anche le lacrime sono un segno dei tempi.
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