Politica

PA: un modesto 2003 informatico

Così disegna l'anno passato il Rapporto annuale CNIPA-MIT sull'avanzamento delle nuove tecnologie nella pubblica amministrazione. Problemi e ritardi non mancano

di Redazione

Ad agosto il dipartimento all’Innovazione ha presentato al Parlamento un rapporto del CNIPA che disegna il quadro dell’informatizzazione nella pubblica amministrazione. Si tratta della Relazione annuale 2003, analizzata da Punto-Informatico. Stando alla Relazione, lo scorso anno la PA ha ridotto dell’8,9 per cento rispetto al 2002 le spese in IT e in particolare quelle rivolte ad investimenti e sviluppo. Un segno negativo che viene attribuito alle difficoltà dei conti pubblici e al taglio delle risorse disponibili. Tra gli obiettivi di legislatura fissati dal Dipartimento per lo sviluppo dei servizi informativi della PA, la Relazione parla del raggiungimento di 4 delle 10 priorità individuate nel 2002, compresa la disponibilità del 40 per cento dei cosiddetti “servizi prioritari”. Aumentano dunque i servizi erogati a quota 178 contro i 116 del 2002 con alcuni casi di eccellenza, come l’abilitazione di quasi 600mila utenti ai servizi Fisconline. Il numero di transazioni online è arrivato a 224 milioni, più che raddoppiato rispetto al 2002, in particolare le transazioni di natura fiscale: +43% Unico on line; +253% i pagamenti di F24; +160% i contratti d’affitto registrati via Web. Secondo la Relazione, inoltre, è stato superato l’obiettivo di legislatura per la firma digitale, attivata con 1,4 milioni dispositivi contro il milione previsto. Aumenta nella PA l’uso della posta elettronica, preferita ormai sempre più spesso alle comunicazioni cartacee. Lo scorso anno all’interno della PA sono circolate 144 milioni di email (+ 76 per cento rispetto al 2002) e altri 164 milioni sono stati i messaggi di comunicazione della PA con l’esterno. Il Dipartimento ha ammesso la necessità di ulteriori interventi su obiettivi come la Carta di Identità elettronica, progetto che accumula un anno e mezzo di ritardo e che ancora deve risolvere tutte le problematiche tecniche. A stentare è anche l’e-procurement, ossia le attività di acquisto per via telematica da parte della PA, ferme per ora a meno di 2 milioni di euro. Non brillano i dati sui dipendenti pubblici informatizzati: corsi specifici per certificazioni informatiche di base sono stati seguiti soltanto dall’1,2 per cento del personale. Problemi anche sul fronte della sicurezza informatica: solo il 23 per cento delle amministrazioni si è dotata di una figura professionale specifica mentre il 46 per cento dispone di un centro di gestione, il 48 ha valutato l’adeguatezza dei propri sistemi mentre il 71 per cento “sostiene – e sono parole del MIT – di possedere le procedure per l’aggiornamento degli antivirus”. Magri i risultati per il cosiddetto Portale del Cittadino all’indirizzo italia.gov.it, sito che non raccoglie più di 150mila accessi al mese.


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