Cultura

Ozpetek: la ricerca va twittata

Giorgio Faletti e il regista turco si confronta sui modelli comunicativi del non profit

di Antonietta Nembri

Una metafora per la ricerca, questo il titolo del concorso per le scuole promosso da Airc che si è concluso oggi con la premiazione dei ragazzi, sarebbe meglio però dire delle ragazze dal momento che tutte le vincitrici appartengono al genere femminile.
Accanto alla consegna dei riconoscimenti ad Arianna D’Amico (Liceo Classico Impallomeni di Milazzo per la categoria fotografia); Antonia Mele (Liceo Classico Umberto I di Napoli per il disegno); Michela De Diego (Itis Donegani di Crotone per la scrittura) e del gran premio della giuria a Giada Toso (Istituto Sanfelice di Viadana), questa mattina nella sede dell’Ifom (Istituto Firc di Oncologia molecolare) a Milano si è tenuto il dibattito sulla comunicazione tra creatività e condivisione sociale.

I social network e internet sono stati al centro dell’incontro che ha visto confrontarsi nel dibattito moderato da Maria Volpe: un pubblicitario come Paolo Gorini, un giovane web designer Daniele Selvitella aka Daniele Doesn’t Matter, Giorgio Scita ricercatore dell’Ifom, il regista, nonché presidente della giuria del premio Airc, Ferzan Ozpetek e lo scrittore Giorgio Faletti.

A fare la parte del leone, ovviamente Faletti e Ozpetek, il primo su Facebook «ci sono ma in modo un po’ ingenuo, sto anche pensando di andarmene, preferisco comunicare in un altro modo, soprattutto per una questione di tempo. Dovrebbe essere un piacere e invece rischia di diventare un lavoro», mentre il secondo preferisce twittare «è una comunicazione carina. Riesci davvero a comunicare delle cose. Credo che rispetto a Facebook sia meno coinvolgente, ma più interessante. Prima o poi lo userò anche per dare delle ricette».

Ma Internet, la rete sono utili hanno cambiato la comunicazione?

Faletti: «Stiamo vivendo una rivoluzione che sta cambiando il mondo. Ma sarà la stessa rete a fare giustizia di se stessa. Mi ricordo quando arrivarono le prime radio libere, c’era radio ovunque, quasi ogni parrocchia ne aveva una, adesso è rimasta solo Radio Maria. Internet è uno strumento freddo sono le persone che lo scaldano ma è utile perché dà la parola a tutti. Ma credo che il giudizio del tempo sarà decisivo»

Ozpetek: «Internet e i telefonini ci hanno cambiato la vita. Internet oggi è importantissima per avere notizie, ma insieme ci hanno tolto il romanticismo. Il senso dell’attesa e del tempo, il senso di concepire la vita. Ci sono tantissime cose positive, anche se ci ha tolto qualcosa….

Faletti (in tackle) «…. il gusto di parlare italiano con tutte quelle abbreviazioni (irriproducibile l’esilarante imitazione di una conversazione fatta tutta di abbreviazione alla tvb)

Ozpetek: «… quello che ci ha tolto è il gusto della testimonianza tra uomo e uomo, del racconto e soprattutto ci lascia in una grande solitudine, ciascuno solo davanti allo schermo del computer nell’illusione di non essere soli. Sono molti i lati positivi, soprattutto sul fronte dell’informazione»

Non si può negare che la comunicazione è però soprattutto scritta

Faletti «A parte il linguaggio dei telefonini è vero, la gente ha ritrovato il gusto di scrivere»

Ozpetek: «Ma non è vera scrittura, è tutto accorciato. L’uso della k per esempio mi innervosisce»

Faletti: «Mia nonna non la conosceva neanche. Lei mi leggeva i fumetti e finché non ho imparato a leggere da solo per me Nembokid era Memborid»

Insomma né l’uno né l’altro sono fans del concetto del “sempre connesso”

«Se vai al cinema e ti trovi seduto a fianco di uno che ogni tre minuti guarda il telefonino a me verrebbe da chiedergli: Puoi anche sopravvivere due ore e poi chi cazzo sei Obama? Che se non rispondi casca il mondo?» osserva fulmineo Faletti


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