Famiglia

Ozpetek: «Ho un grande sogno, fare un film sul bene»

Come diceva Rossellini è la cosa più difficile che ci sia, perché solo il male fa spettacolo...

di Maurizio Regosa

«Bisogna far sì che l?uomo guardi dentro di sé», dice Ferzan Ozpetek, il regista di Saturno contro, oltre che di La finestra di fronte e di tanti altri film al centro dei quali spesso ci sono l?amore e la famiglia allargata, etero ed omo. E aggiunge: sono contrario ai matrimoni gay, ma non andrei al Family Day: «Che male possono fare due persone che vogliono sostenersi reciprocamente?».

Vita: Saturno contro è stato accolto benissimo.
Ferzan Ozpetek: Sì. Molto positivamente dagli spettatori. Cosa che mi ha leggermente meravigliato. Non è un film per tutti, pensavo dentro di me. Non credevo interessasse a un certo tipo di spettatore. Mi sbagliavo e ovviamente sono molto contento.

Vita: È stato inteso come un discorso soprattutto sulla famiglia allargata. Però a un certo punto la scena si vuota e anche sulla famiglia allargata sembra proiettarsi una certa ombra?
Ozpetek: Si tratta dell?uomo, non della famiglia. Io trovo molto importante e positivo oggi che, al di là dei contratti, ci siano persone che si vogliono bene. È questo che conta nella vita e nel film, in quella scena, a un certo punto non rimane niente perché tutto è di passaggio. Era questa l?idea. Sa, quella è una casa al Circeo dove hanno vissuto Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. Loro non ci sono più. È rimasta nell?atmosfera la vita vissuta.

Vita: In un?altra scena, il padre dice al compagno del figlio morto: «Faremo fare una messa, se non avete niente in contrario».
Ozpetek: Mi piaceva che si dicesse una cosa di questo genere anche per dare più peso a una scelta religiosa. Se avesse detto ?faremo una messa? non avrebbe dato forza alla decisione paterna né alla messa. Chiedendo il permesso, si esprime l?umiltà che fa parte del modo di porsi di un cristiano. Questa frase significa anche che il padre ha capito che le persone che hanno voluto bene al figlio sono state la sua ?famiglia?. È un segnale di pacificazione.

Vita: Pacificazione, dialogo: sono costanti nei suoi film.
Ozpetek: Certo. Le leggi possono essere in tutti i modi. Ma la cosa più importante è il buon senso. Io sono contrario all?aborto, per esempio, ma voglio che ci sia una legge al riguardo. Certi dicono «non voglio fare un figlio adesso perché voglio vivere ancora tranquillamente?». Io penso che nessuno di noi nella vita è comodo. Bisogna educare l?uomo alle scelte. Far sì che guardi dentro di sé. Non ci sono le leggi per questo.

Vita: Altra tesi dei suoi film: nessuno è indipendente?
Ozpetek: Sì. Tante volte le persone trovano sentimentale questo aspetto, questa eccessiva bontà delle persone. Io conosco questo e quindi racconto questo. I miei rapporti sono stati sempre meravigliosi.

Vita: È fortunato.
Ozpetek: Non è solo questione di fortuna. Le persone che scegliamo attorno a noi, come ci comportiamo con loro: sono cose molto importanti. Io sono sempre dell?idea di porsi in un modo molto umile, semplice, aperto. Uno conquista veramente degli amici per tutta la vita così.

Vita: Il film esce nel momento in cui si discute dei Dico. Andrebbe al Family day?
Ozpetek: No. Perché dovrei andare?

Vita: Cosa pensa della famiglia tradizionale?
Ozpetek: Bisogna sempre rispettarla. Non sono contrario alla famiglia tradizionale. Assolutamente. Ma occorre anche capire le esigenze di tanta gente. Io sono contrario al matrimonio tra due uomini o due donne. Sono favorevole a che due persone che vogliono sostenersi nella vita possano scegliere di farlo. Non capisco la posizione della Chiesa. Che male possono fare due persone che vogliono appoggiarsi l?un l?altro? Non bisogna però imitare il matrimonio. È un?altra cosa. La Giornata della famiglia mi fa un po? sorridere. Ma anche l?altra manifestazione?

Vita: E le adozioni?
Ozpetek: Le adozioni per i gay? Essere genitori è una cosa di responsabilità. Ci sono genitori insegnanti che poi magari violentano i figli. Io non adotterei, semmai farei sostegno a distanza. Ma trovo che i figli siano comunque il frutto dell?amore di due persone. Alcune coppie fanno i figli ad esempio mediante l?inseminazione artificiale. Credo che ciascuno debba decidere per sé responsabilmente.

Vita: Le leggi sono sempre in ritardo rispetto alla società?
Ozpetek: La società la fanno le coscienze, le persone. Le leggi sono lontane dalla società ma anche i politici. Specie quelli che sono sposati, divorziati, magari convivono con un?altra donna e poi si mettono a difendere la famiglia tradizionale. Capisco che possano essere contrari ai Dico, ma questa difesa?

Vita: Il melodramma è uno dei generi più attenti alle novità sociali.
Ozpetek: Sì, a me il melodramma ha sempre interessato. Certamente c?è un?influenza dei film turchi melodrammatici che vedevo da bambino. Nel melodramma trovo anche la risata. Io cerco anche una combinazione fra dramma e riso.

Vita: Ma quali sono i suoi riferimenti cinematografici? In Saturno contro, ad esempio, lei cita l?incipit di Rebecca di Alfred Hitchcock.
Ozpetek: Lei ha studiato benissimo il film. Questo me l?hanno detto mentre giravo, ma sono riferimenti che vengono dall?inconscio. Mi piace molto. È uno dei lati del cinema che faccio che mi piacciono. Consapevolmente non oserei mai fare una cosa del genere.

Vita: Un discorso che riemerge?
Ozpetek: Esatto. Entrano dentro di me. Poi riescono. Ad esempio in Cuore sacro c?erano riferimenti a Europa ?51 di Rossellini, oppure anche la scena della Pietà. Ma non me ne ero reso conto.Quanto ai riferimenti impliciti, ho amato molto il rapporto di De Sica con gli attori.

Vita: La settimana prossima esce l?ultimo film di Olmi, Centochiodi, in cui si racconta di un personaggio che vive una crisi come in Cuore sacro.
Ozpetek: Sono film che raccontano il bene. La ricerca del bene e questo non fa spettacolo. Lo intuivo. Ne ho avuto la conferma. Un mio grande amico, Piero Tosi, mi ha chiamato e mi ha detto «ho visto Cuore sacro, mi è piaciuto ma non arriva alla gente». Il bene non fa spettacolo, come invece fanno il male, le prostitute, i ladri, le bugie. Ho letto poi Rossellini su Europa ?51, che è andato malissimo. Lui la spiegava così: il bene non si può raccontare.

Vita: Anche in Cuore sacro appariva una visione religiosa controcorrente.
Ozpetek: Dio non sta qui o lì, non è nelle nelle chiese, sta ovunque. Una cosa che credo molto vicina alla filosofia di San Francesco, che dice delle cose bellissime su Dio.

Vita: Ma cos?è l?identità per lei?
Ozpetek: Identità è l?uomo. Uno sguardo che abbiamo dentro di noi. Guardandoci dentro guardiamo anche fuori, in qualche modo. E quindi cerchiamo di capire cosa pensiamo anche degli altri.


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