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Oxfam: “costretti” ad aiutare i poveri inglesi

La ong inizia a collaborare con due associazioni che distribuiscono cibo agli indigenti britannici. Il 15% ha un lavoro, ma non ce la fa ad andare avanti. "Non è stata una nostra scelta, ma una necessità", spiega Oxfam, "anche se sarebbe meglio aumentare i sussidi"

di Gabriella Meroni

Rivoluzione a Oxfam: per la prima volta la ong ha varato un programma di aiuto alimentare in Gran Bretagna, la sesta economia mondiale. Ne dà notizia la stessa ong con un comunicato sul proprio sito, in cui annuncia di aver stretto un accordo con due organizzazioni che gestiscono food bank (Trussel Trust e Fareshare) e assistono cittadini britannici in difficoltà economiche. In particolare, Fareshare raccoglie generi alimentari da eccedenze industriali o prossimi alla scadenza e li ridistribuisce a circa 800 charity.

"Non è una prassi normale per noi distribuire cibo", recita la nota, "preferiamo infatti promuovere la libertà di scelta e sostenere le economie finanziando direttamente le famiglie con microelargizioni. Invece ci ritroviamo oggi a impacchettare pasta, carne in scatola e fagioli da consegnare ai cittadini di un paese ricco. E ci chiediamo perché".

Oxfam prova ad analizzare le cause della povertà diffusa in Gran Bretagna e arriva alla conclusione che la gran parte dei bisognosi è costituita da persone che un tempo avevano un lavoro e che invece oggi sono costrette a contare sui sussidi pubblici, che non bastano o, peggio, arrivano in ritardo. C'è però una percentuale, in preoccupante crescita, rappresentata da chi ha un lavoro, ma non ce la fa lo stesso a tirare avanti: circa il 15% degli assistiti dalle food bank è occupato, ma guadagna troppo poco e spesso ha accumulato debiti.

Altri numeri preoccupanti arrivano dal Trussel Trust, partner di Oxfam, che nell'anno sociale 2012-2013 ha dato da mangiare a 350mila persone, 100mila in più delle previsioni, e ha aperto in media tre nuovi banchi alimentari alla settimana. Alcuni comuni britannici inoltre stanno trasformando gli aiuti in denaro ai poveri in voucher per ritirare pacchi alimentari presso le food bank. "Non siamo d'accordo con questa scelta", avverte però Oxfam, "perché la nostra esperienza in giro per il mondo ci dice che gli aiuti economici sono più dignitosi ed efficaci degli aiuti alimentari".

Ma tant'è. Nella "sesta economia mondiale" (Oxfam sottolinea questo concetto ben due volte) sono tanti quelli che non hanno da mangiare, e "partecipare alle food bank non è stata una scelta per noi, ma una necessità imposta dalle circostanze". Oxfam non è la prima organizzazione internazionale ad intervenire in Gran  Bretagna. Anche Save the children, altra ong famosa per i programmi di emergenza nei paesi poveri, lo scorso settembre aveva lanciato un appello ufficiale  a favore dei bambini inglesi, tre milioni e mezzo dei quali vivono in povertà.

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