Cultura

Outsider art. È italiana la più brava d’Europa

Si chiama Giulia Zini, ha 18 anni ed è cresciuta alla scuola dell’Atelier dell’Errore. Sabato a Monaco ha ricevuto l’Euward 6, il più importante riconoscimento assegnato ogni quattro anni

di Redazione

È la prima volta che il più importante premio europeo per “outsider art” va ad un italiano. Anzi, ad un’italiana: Giulia Zini, 18 anni, sabato scorso infatti, a Monaco di Baviera, ha ricevuto l’Euward 6, un riconoscimento che viene assegnato ogni quattro anni dall’Heilpädagosches Centrum Augustinum di Monaco.

Giulia Zini è l'artista di punta dell'Atelier, un'esperienza avviata nel 2003 a Reggio Emilia e poi anche a Bergamo, da Luca Santiago Mora, fotografo e videomaker.  Ormai sono decine e decine i bambini e i ragazzini che hanno preso parte ai lavori in tutti questi anni, sperimentando la bontà di un percorso capace di liberare straordinarie energie creative. Giulia Zini è certamente la bandiera dell'Atelier, capace di creare opere di grande impatto pubblico, come quella recentemente realizzata per il bar dell’Humanitas Gavazzeni a Bergamo: un disegno di tre metri per tre, che rappresenta un grande, elegantissimo uccello, ribattezzato Quelzacuater dell’Errore. «È uno degli animali più eleganti e affettuosi che ci siano», aveva spiegato Luca Santiago Mora in occasione dell’inaugurazione dell’estate scorsa. «Ci voleva una dolcezza rassicurante in un bar di un luogo come quello; un abbraccio immenso di conforto, compassione, per le tante faticose storie e battaglie che si affacciano al suo bancone».

Giulia Zini sapeva già di essere nella terna dei candidati alla vittoria, ed era stata invitata ad essere presente a Monaco per la proclamazione. I suoi disegni – sempre immagini di animali – sono creature meravigliose, realizzate con una abilità e una energia affascinanti, frutto di una fantasia delicata e potente allo stesso tempo.  «In atelier, con i ragazzini, da sempre raccontiamo solo di animali. Animali rari, paleontologia a mani nude, solo carta, parole, matite e colori», racconta Luca Santiago Mora. «In atelier il contrario di normale è speciale, quello di guardare è vedere». Il metodo dell'Atelier ha una sola regola ferrea: nessuna retromarcia consentita, edevietatissima la gomma. «Andare avanti piuttosto, proseguire sempre da quel che c’è, per quel che si è», spiega sempre Santiago Mora. «Che è poi un po’ quello che si capisce della vita, da grandi».

Quanto a Giulia, il maestro la descrive così: «Giulia, se la incontri per strada fai fatica a guardarla negli occhi, un po’ per la timidezza assoluta, un po’ per lo strabismo che ti disorienta. In atelier, come l’albatro di Baudelaire, dispiega ali regali e ti lascia piccolo piccolo in basso, piedi a terra. Ormai disegna su fogli che sono fondali da scenografia, bestie da lasciar d’incanto, con una passione e una tenacia quasi maniacali». Una passione e una tenacia che hanno conquistato i giurati di Monaco.


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