Al momento sono al fresco, chiusi nelle celle frigorifere. Ma il loro destino sembra segnato: i circa 8 milioni di vaccini contro l’influenza A, che al momento giacciono nei container-frigo della Croce rossa italiana a Roma, sono infatti prossimi alla scadenza. Per loro, soprattutto per le 58mila dosi che scadono a fine mese, il rischio di andare al macero è alto. Ma anche per i sieri con scadenza 31 agosto, 30 settembre e 31 ottobre, questo rischio c’è ed è elevato.
Come confermano fonti del ministero della Salute – che ribadiscono però quanto fu importante nel momento dell’emergenza-pandemia acquistare questi vaccini – al momento l’indicazione è quella di conservarli a dovere. Poi, via via che scadranno si procederà con lo smaltimento, secondo la legge. Rispettando il protocollo previsto per tutti i farmaci e i vaccini scaduti. Insomma, salvo nuove indicazioni di impiego, il destino di questi sieri sembra segnato: chi prima, chi dopo, finirà ‘nel cestino’.
Un totale di circa 8 milioni di dosi, costati allo Stato circa 60 milioni di euro (7,7 euro per dose). Ma i vaccini potrebbero ancora tornare buoni. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, sarebbe bene “tenerli in cascina fino all’ultimo. Innanzitutto – ha spiegato l’esperto – perché il virus H1N1 potrebbe ripresentarsi con un ‘colpo di coda’. Quindi è bene non farsi trovare impreparati”. In secondo luogo perché il loro utilizzo puo’ essere esteso nel tempo. Secondo Pregliasco, infatti, questi vaccini potrebbero essere ‘riqualificati’. “In altri termini” spiega, “si potrebbe fare una valutazione per capire il livello di degradazione del principio attivo. Questo perché – sottolinea – non è detto che se un siero ben conservato che scade il 31 ottobre, a novembre non è più buono”. (Adn Kronos)
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